Mt 28,16-20
Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».Nella prima lettura che abbiamo ascoltato oggi (At 1,1-11), Gesù appare ai discepoli a Gerusalemme il 40° giorno dopo la risurrezione, e poi ascende al cielo.
Gesù aveva dato appuntamento ai discepoli a Gerusalemme, nella comunità, per dare loro delle indicazioni. Vi ricordate di Tommaso che non era stato presente all’appuntamento e non credeva che Gesù si fosse manifestato? Il problema di Tommaso non era che non credesse, ma che era un disobbediente, perché non era stato presente all’appuntamento che Gesù gli aveva fissato a Gerusalemme.
Però Gesù che è fedele ed ogni volta che dà un appuntamento si fa trovare, quel giorno, dopo 8 giorni, si manifesta nuovamente ai discepoli dove c’era anche Tommaso, il quale può mettere le mani sulle ferite ed accorgersi che quello è Gesù. Mentre Tommaso tocca Gesù, egli gli trasmette una forza nuova che lo fa vivere più profondamente, più fortemente, lo lega a sé e gli trasmette una voglia di fare, una capacità che prima non aveva. La stessa cosa fa oggi, in questo vangelo che abbiamo ascoltato, infatti invia i discepoli in un luogo preciso, il monte delle beatitudini.
Su questo monte Gesù appare e gli dice: guardate che io adesso sono accanto al Padre, sono risorto, assunto in cielo, e vi ho preparato un posto. E’ sicuro che un giorno saremo per sempre insieme! Nel frattempo dovrete fare qualcosa con me: dovrete ammaestrare tutte le nazioni, e poi dovrete battezzarle ed insegnare loro tutto ciò che io vi ho comandato. E nella seconda lettura, San Paolo diceva: possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per poter discernere e capire a quale grandezza egli vi ha chiamati.
Anche a noi Gesù dà un appuntamento ogni domenica, perché nella messa accade qualcosa di straordinario: sarete rivestiti di gioia e di bellezza, se rimanete con me – dice Gesù – io sono con voi tutti i giorni!Ma non è sufficiente che Cristo stia con noi, dobbiamo anche noi stare con Lui! Dobbiamo stare insieme almeno una volta alla settimana, perché dobbiamo ogni domenica riorganizzare i nostri obiettivi.
Vedete, la maggior parte di noi vive tra le emergenze e le priorità; noi corriamo continuamente dietro alle emergenze e allora la domenica abbiamo bisogno di riformulare le priorità. La priorità è la cosa più importante: possa egli illuminare gli occhi della vostra mente. Cosa è importante adesso per i genitori qui presenti? Che i vostri figli siano indirizzati secondo la sapienza di Dio, perché con la loro vita possano dare frutto.
Gesù si assomiglia ad una pianta che è la vite, di cui noi siamo i tralci. Il frutto di questa pianta è l’uva, dalla quale si ricava il vino, segno del sangue, a sua volta segno dell’amore. L’amore è la cosa più grande! Non c’è qualcosa di più grande dell’amore! Chi ama, molto spesso perde! Chi ama, molto spesso soffre, ma l’amore è la cosa più importante! Dice san Paolo che se noi non abbiamo la carità, l’amore, se non amiamo, anche se dessimo tutte le nostre cose ai poveri, anche se parlassimo le lingue degli angeli, non servirebbe a niente. Se avessi tanti amici e non li amassi, a che serve? Se noi abbiamo tanti contatti su Facebook, ma nessuna relazione vera in cui si possa parlare, trasmettere qualcosa, a che serve?
Questo amore è fondamentale per voi famiglie. Questo amore è un miracolo, non te lo puoi dare da te, perché Dio è amore! L’amore di Dio è quello che ora vi comunica, dandovi il suo corpo: tieni! Prendi la mia vita, fino al sangue, perché io voglio che tu viva! Gesù deve manifestare la sua gloria. La gloria di Dio è diversa dalla gloria degli uomini. La gloria di un uomo è: ora ti faccio vedere chi sono io! La gloria di Dio è diversa: ti faccio vedere chi sei tu! Ti faccio vedere quanto sei importante, quanto ti voglio bene, quanto ti sono fedele!
Allora, carissimi, noi veniamo qui ogni settimana sfasciati dalla vita, e la parrocchia, la Chiesa fa questo enorme lavoro, indispensabile, che viene invece spesso ridicolizzato, disprezzato, relativizzato.
Qual è la tua priorità? Che tuo figlio diventi davvero un uomo, o che diventi un personaggio? Che diventi una caricatura, o che cresca con una personalità bella, dinamica? Questo è il lavoro che facciamo, insieme ai catechisti, un lavoro pazzesco che viene dall’amore di Dio. Sapete da cosa si vede che una persona crede nella Chiesa? Intanto dal fatto che manda i figli al catechismo, e poi da come fa l’elemosina, perché dimostra quanto senti questo luogo come casa tua.
Devi cambiare le tue abitudini in funzione di Cristo che ti dice: devi venire a Gerusalemme, lì ti darò le priorità, altrimenti vieni ucciso, confuso dalle emergenze, perché tutto, nella vita, ti dice che la prima cosa da fare è pensare agli affari tuoi. Noi dobbiamo combattere questa mentalità. Il futuro non ce lo dà la politica, ce lo danno i cristiani, uomini nuovi. Io spero che questo avvenga, io do la vita per questo, ed anche i catechisti. Noi siamo convinti di fare del bene alla società, al quartiere, trasformando il cuore delle persone.