Spunti per la preghiera da lunedì 19 ottobre a sabato 24 ottobre 2020
Lunedì 19 ottobre
Santi del giorno: Ss. Giovanni de B. e Isacco J. E c.; S. Paolo della Croce
Liturgia: Ef. 2,1-10; Sal. 99; Lc. 12,13-21
Or uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma Gesù gli rispose: «Uomo, chi mi ha costituito su di voi giudice o spartitore? Poi disse loro: «State attenti e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall’abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita». E disse loro questa parabola: «La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: “Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?” E disse: “Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all’anima mia: ‘Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divertiti'”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?” Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio».
Spunti di Preghiera:
La parabola di oggi è uno specchio nel quale è fin troppo facile riconoscersi. La corsa all’accumulo di cose spesso sostanzia la nostra vita.
Il Signore chiama il protagonista della parabola “stolto”. Ma perché? Tutti facciamo progetti per il futuro, a lungo come a breve termine. Forse Gesù lo rimprovera perché non vive nel presente. Egli rimanda la vita serena e felice a quando i magazzini saranno pieni. Al Signore preme il nostro bene, “hic et nunc” direbbero i Romani. Noi, invece, posticipiamo questo momento per rincorrere i nostri “beni”. La felicità la spostiamo all’esterno di noi e fatichiamo a trovarla.
La bellezza, come la felicità, è negli occhi di chi guarda. Gesù è l’unico “bene” che ci arricchisce, non con il possesso ma con il Suo amore.
Martedì 20 ottobre
Santi del giorno: S. Cornelio; S. Adelina; S. Maria Bertilla Boscardin
Liturgia: Ef. 2,12-22; Sal. 84; Lc. 12,35-38
Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Spunti di Preghiera:
“Siate pronti…..Beati loro”. Gesù ci suggerisce un attenzione vigile e attiva come farebbe un buon servitore che attende il suo padrone per servirlo nel migliore dei modi. Non trascurare mai le “cose di Dio”, tenerle sempre presenti anche durante il nostro lavoro o i nostri momenti di svago. Attenti agli altri, alle loro necessità, alle loro richieste di aiuto, anche non espresse. Essere “svegli” per sentire la voce del Signore che ci suggerisce cosa fare. Saremo beati perché il Signore si farà nostro servitore.
Mercoledì 21 ottobre
Santi del giorno: S. Orsola e c.; S. Malco; B. Carlo d’Asburgo
Liturgia: Ef. 3,2-12; Cant. Is. 12,2-6; Lc. 12,39-48
Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Qual è dunque l’amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.
Spunti di Preghiera:
Il brano del Vangelo di oggi ci dà l’opportunità di riflettere sulla nostra condizione di cristiani, ricordandoci a quale dignità siamo stati chiamati. Gesù ce lo fa capire benissimo attraverso la parabola di quel padrone che ritorna a casa sua all’improvviso, senza preavviso. Il padrone della parabola è felice di trovare quei servi che, pur potendolo fare, data l’assenza del padrone, non si sono abbandonati a gozzovigliare ma sono stati svegli e vigilanti, custodendo la casa e il patrimonio del loro padrone. Il padrone è talmente felice e soddisfatto di quei servi che li farà mettere a tavola e li servirà personalmente e condividerà con loro tutti i suoi beni. Con questa parabola Gesù ci ricorda di essere sempre vigilanti per la venuta del Signore ma soprattutto ci ricorda che noi siamo coeredi, destinatari di tutti i suoi beni. Scrive S. Paolo nella prima lettura: “Le genti sono chiamate in Cristo Gesù a condividere la stessa eredità”
Grazie, Signore, per averci creati e destinati ad una così alta dignità. Vogliamo esserne degni, per questo ti chiediamo di mandare su di noi il tuo Santo Spirito e “attingeremo acqua con gioia alle sorgenti della salvezza”
Giovedì 22 ottobre
Santi del giorno: S. Giovanni Paolo II; S. Abercio; S. Donato Scoto
Liturgia: Ef. 3,14-21; Sal. 32; Lc. 12,49-53
Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Spunti di Preghiera:
Se leggiamo la Parola di oggi in modo letterale ci lascia l’amaro in bocca: “fuoco” e “divisione”! Del “fuoco” a Gesù appartiene la potenza che fa fuggire i demoni, la luce che illumina le tenebre del cuore umano e lo guida alla salvezza, il calore di un amore che sorpassa ogni conoscenza. E la “divisione”?! In altri passi del Vangelo Gesù chiaramente sostiene che chiunque voglia seguirLo veramente debba lasciare la ricchezza, gli idoli, l’attaccamento alle abitudini che dirottano il cuore ad altro, le persone care. Ma non per sempre, non per non amarle più. Solo per amarle meglio, amarle dell’unico amore che vuole il bene autentico dell’altro: il Suo Amore, quello che ci ridona la vita ogni giorno e per sempre.
Venerdì 23 ottobre
Santi del giorno: S. Giovanni da Capestrano; S. Severino Boezio
Liturgia: Ef. 4,1-6; Sal. 23; Lc. 12,54-59
Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esecutore e questi ti getti in prigione. Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Spunti di Preghiera:
Nel brano del Vangelo di oggi Gesù parlando alle folle mette in guardia sul sapere distinguere i segni del tempo. Chissà quanta amarezza ha provato Gesù nel rendersi conto che nonostante tutti i segni da Lui mostrati, chi gli stava accanto non riusciva a comprendere la grandezza del dono che Dio aveva fatto loro inviando sulla terra il suo Figlio. Gesù invita sempre più al perdono, portando l’esempio dei due litiganti che si recano davanti al giudice. Lunga la strada della nostra vita rischiamo di perseguire soltanto la nostra sete di vendetta o giustizia terrena, che ci porta a inorgoglirci e irrigidirci su posizioni che potrebbero farci cadere nella chiusura della nostra superbia, Gesù ci mostra la via mettendoci in guardia da un eventuale amaro giudizio finale. Lasciamo aperto il nostro cuore alla voce dello Spirito che ci guiderà su strade sante, nel salmo di oggi leggiamo: “ Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro.” Rendiamo puro il nostro cuore e innocenti le nostre mani per poter sempre vivere con gioia nella casa del Signore! Amen.
Sabato 24 ottobre
Santi del giorno: S. Antonio M. Claret; S. Luigi Guanella
Liturgia: Ef. 4,7-16; Sal. 121; Lc. 13,1-9
In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest’anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo taglierai».
Spunti di Preghiera:
È possibile godere del dolore degli altri? Purtroppo si, quando pensiamo che certe persone meritino di vivere le disgrazie, o situazioni spiacevoli per il loro cattivo comportamento. Gesù oggi smaschera questo nostro modo di pensare, ci dice che non siamo migliori degli altri, ci dice che giudichiamo troppo in fretta. Dio è infatti come quel contadino che non si arrende davanti al fico che non porta frutto, ma continua ad innaffiarlo, concimarlo, potarlo, perché spera sempre che quel frutto arrivi. Signore, ti ringraziamo perché non ti scandalizzi delle nostre miserie, ma continui a riporre in noi la Tua fiducia e speranza, e ti preghiamo di rinnovare il Tuo Spirito in noi, affinchè possiamo amare con il Tuo stesso amore, possiamo essere per gli altri missionari pazienti e incoraggianti. Rendi salda la nostra fede nelle situazioni più difficili e donaci la grazia di non smettere di amare chi ci ferisce più profondamente.
Famiglia Missionaria “Verbum Dei” www.verbumdei.it