Vedendo le folle, Gesù salì sul monte

01-11-2020 Tutti i Santi di don Fabio Pieroni

Mt 5,1-12

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Questa festa di Tutti i santi è fondamentale per la Chiesa, perché dobbiamo capire cosa dobbiamo fare, quale programma la Chiesa viole organizzare nell’umanità attraverso l’evangelizzazione. Infatti diceva san Paolo:

Noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato.

Allora noi attraverso il vangelo dobbiamo rivelare la fisionomia di questa nuova umanità che dovrebbe essere innanzitutto formata dalla Chiesa e poi dovrebbe attraversare questo mondo, facendo quello che il mondo non può fare. L’apocalisse diceva:

Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio

Dobbiamo imprimere il sigillo! Dobbiamo fare un’operazione straordinaria, una rivoluzione. Qual è la rivoluzione che porta la Chiesa? Si tratta innanzitutto di una rivoluzione antropologica: che tipo di uomo, che tipo di identità l’uomo deve arrivare ad avere per essere davvero se stesso?

Questa è una questione che ha come fondamento la sapienza greca di cui maestro fondamentale è Omero. Questa antropologia, questo modo di pensare l’uomo è lo stesso che abbiamo oggi: noi pensiamo che un uomo sia tale quando è un eroe. Chi è un eroe? Innanzitutto l’eroe ha l’aretè, da cui aristocrazia, cioè un valore che ha la finalità di raggiungere l’onore, la capacità di farmi vedere, di superare le angherie, di prendere iniziative brillanti. L’onore a sua volta mi dà la gloria. Quindi l’uomo vive per arrivare alla gloria, per affermarsi in tutto. Tu, per esempio, con te stesso non stai continuamente a pensare se sei all’altezza, se vali, se sei considerato, rispettato? Non sei ossessionato da questa costante osservazione di te stesso? Non investi tutte le tue capacità per ricevere un po’ di riconoscimento da parte degli altri?

La cosa che l’uomo greco teme di più è il disonore, la sconfitta, il dolore, la ferita. Questo non lo può sopportare! Di fronte a questa visione dell’uomo, che è anche la nostra, Cristo fa una rivoluzione totale e ci viene a dire che l’uomo che lui vuole realizzare è una persona ferita, è un povero in cui c’è il regno dei cieli, c’è la riconoscenza, c’è l’umiltà. E’ un afflitto che conosce il patire ed è stato consolato, per cui può consolare, cioè può capire l’altro e consolarlo della consolazione di cui egli stesso è stato consolato.

Il cristianesimo non mostra mai se stesso, non dice: fai vedere chi sei! Mostra sempre un altro! Gesù mostra sempre il Padre suo! fa vedere chi è Dio Padre, che è la consolazione, il perdono, la misericordia.

Per l’uomo greco questa è una bestemmia. Per l’uomo greco, un torto subìto va ricordato per sempre, perché questo ha segnato per sempre la mia vita e non doveva succedere. Invece per un cristiano quella ferita è la porta della vera umanità, perché quando io ho patito quel dolore mi si è aperta la possibilità di ricevere la vita dello Spirito Santo. Quindi il santo, il cristiano, il felice, il beato fa presente questa salvezza che i dominatori di questo mondo non hanno potuto conoscere. Un cristiano non porta i suoi muscoli, ma dice che “abbiamo un tesoro in vasi di creta”. Noi siamo vasi di creta e quando accade qualcosa, mentre io muoio tu ricevi la vita di Dio, mentre io mi accorgo della mia insufficienza, mi sento consolato dal Padre mio e quindi sono una persona simpatica, accogliente, comprensiva.

Molti di noi pensiamo che il cristianesimo sia la via più breve per diventare l’eroe greco, e quindi siamo convinti di dover essere irreprensibili. Questo è un grande malinteso.

Il vero cristiano è quello che porta il disonore, tuo e mio, ed ha  occasione di mostrare misericordia e perdono. Dice Gesù: venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò.  Non dice: venite a me voi perfetti!

La grande notizia è che Dio vuole fare in noi delle persone amate, misericordiate, in cui c’è misericordia perché hai imparato la misericordia. 

Molti di voi avete tante cose belle che disprezzate: le cose belle sono i vostri limiti, i vostri dolori, la vostra umiliazione. Quella è la porta! Questa è la rivoluzione che porta Gesù Cristo!

Beati gli afflitti, perché saranno consolati, da un altro! E tu potrai consolare!