Gv 20,1-9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.In questo vangelo appare subito una difficoltà: non avevano compreso cosa potesse significare che Cristo fosse stato risuscitato dai morti. Da chi? L’espressione greca è passiva, si presuppone qualcun altro in questa operazione: il Padre, Dio Padre al quale Cristo si è affidato totalmente sulla croce.
Per entrare in questa realtà della risurrezione che ci riguarda tutti, faccio prima una breve introduzione per farvi notare come il cristianesimo si differenzi enormemente da tutte le altre religioni. Le altre religioni infatti quando vivono la morte, si congedano da questo mondo, certi di non avere più a che fare con questa vita, perchè credono che c’è qualcosa di molto meglio, una vita totalmente diversa. In alcune religioni, come quella egiziana c’è però per esempio un “lasciapassare” che dipende dal comportamento che la persona ha avuto durante la vita terrena.
Il cristianesimo è un’altra cosa: non pensa che tutto ciò che abbiamo vissuto, pianto, sofferto, festeggiato, goduto in questo mondo non abbia a che fare con la prossima realtà che ci aspetta. C’è un aspetto che la Chiesa chiama escatologia, cioè quello che viene dopo la vicenda terrena, che ha una continuità con la vita che viviamo qui, storicamente. Questa vita terrena è estremamente preziosa, non è inutile, ma c’è qualcosa di meraviglioso che collega queste due realtà e le arricchisce vicendevolmente.
Ora vorrei fermarmi sull’esperienza che fa questa donna che si rende conto che il sepolcro è stato aperto, che la pietra è stata ribaltata. Una pietra pesantissima. Io colgo in questa immagine quello che hanno fatto altre due donne, nel vangelo di Marco e nel vangelo di Giovanni. In particolare quando Gesù stava a Betania, nella casa di Simone il lebbroso, una donna con un vasetto di alabastro pieno di nardo genuino di grande valore, ruppe questo vasetto e versò il profumo sul capo di Gesù con grande scandalo dei presenti che vedono in questo gesto un grande spreco. Gesù dice invece: dovunque verrà annunciato il vangelo si racconterà di quello che ella ha fatto.
Questo sepolcro è questo vasetto di olio profumato che si è spaccato. Finalmente si è spaccato, dentro la radice di ogni male che è la morte. Gesù è dovuto entrare fino in fondo, fino alla morte di croce per liberare da lì dentro questa novità assoluta. Quindi il cristianesimo non è solamente la redenzione dal peccato, che cioè io mi devo salvare l’anima. La resurrezione ci dice una cosa fantastica: Cristo, che è questo olio profumato ha immesso dentro questa storia così difficile la sua vita divina, ha immesso il suo profumo, ha immesso la sua presenza, e noi possiamo riceverla. Molti di voi avete già fatto questa esperienza di assaggiare il vino nuovo, di aver bevuto l’acqua che zampilla di vita eterna, avete avvertito il profumo e vi siete fidati. Avete vissuto concretamente la risurrezione dentro le vostre case, avete fatto il segno del pane, o del cero, o del lucernario, delle piccole cose che invece hanno dato tanto perchè è ormai a nostra disposizione gratuitamente poter appartenere a Cristo, poter sintonizzarsi con lui, essere animati dalla sua presenza. Cristo è risorto, e quindi è vivo e io e lui stiamo insieme, in un atteggiamento di chi deve assecondare, accordarsi con questa musica. Ci sono una serie di vocaboli che sono poetici, sembrano astratti, invece non è così, perchè voi stessi ne state facendo esperienza, state facendo l’esperienza che esiste davvero questa vita nuova. La risurrezione è la vita nuova che entra dentro questo mondo, entra dentro la mia fatica, le mie insoddisfazioni, le mie paure. La risurrezione di Cristo non è solamente legata alla redenzione dal peccato. Nessuno ci parla mai della vita filiale, della vita bella, la vita che possiamo inaugurare dentro le brutture di questo mondo. Ricordate l’immagine che vi ho fatto vedere di quest’orsa che per venti anni è stata prigioniera dentro una gabbia, e lì dentro girava continuamente, non faceva altro. Delle donne hanno visto questo scempio ed hanno fatto in modo che questa orsa venisse liberata e rilasciata nel bosco dove era nata. Dopo un po’ di tempo sono andate a vedere come stesse e l’hanno trovata che girava su se stessa, come se stesse ancora in gabbia. Ecco, noi siamo così, al massimo evitiamo il peccato, ma non abbiamo ancora capito la risurrezione che è la vita della creatività, quella di Massimiliano Kolbe che inventa un colpo di genio. Ma anche io e te abbiamo dei colpi di genio, anche io come parroco sto inventando tante cose. Non è necessario che tu sia intelligente, bravo , buono, preciso, perfetto… questa vita è per me e per te e dà senso al fatto che non sei sposato, o sei sposato e hai problemi, perchè il problema c’è sempre. Come riempire di bellezza queste difficoltà? Ecco, noi possiamo trovare per esempio nei Vangeli lo Spirito Santo, questo profumo, questa vita nuova che è stata vinta dal peccato attraverso la risurrezione. Il vangelo è uno scrigno! Il vangelo della Passione è uno scrigno dal quale io prendo la creatività: i criteri che diventano attivi in me, mi fanno venire desideri nuovi, mi fanno gustare un senso di comunione profonda, anche se tutto è ostile ed irrisolto. Noi viviamo l’irrisoluzione di tutte le cose, noi viviamo nel caos, ma Dio ha creato nel caos! La creatività è fondamentale perché sta dentro la risurrezione, è la vita nuova. La vita nuova non è salvarmi l’anima, ma trasformare, trasfigurare, reinterpretare, osare. E’ avvertire che in me c’è un sostegno, una forza, una benevolenza che Dio ha per me, definitivamente. Non ha una benevolenza “con riserva”.
Prendiamo quindi questa vita da questo scrigno prezioso che è la passione di Cristo, la prendiamo dai sacramenti, dall’eucarestia, che è la carne risorta di Cristo che ha la capacità di spezzarsi, di darsi da mangiare, e dà la capacità alla mia carne di fare la stessa cosa, come una cosa bella. Questo alimento di questa vita risorta che mi raggiunge per sempre, mi dà la capacità di spezzarmi, di rompermi. Noi diciamo “non mi rompere”, per dire che stai arrivando ad un livello che mi toglie la vita e non lo voglio! Ma questo spezzarmi può succedere se io sono in comunione con la carne risorta di Cristo che si può lasciar anche umiliare mentre mi dà la vita.
Noi come cristiani dobbiamo assecondare questa vita che è stata immessa, questo profumo che è stato spaccato, tutto per noi. Allora l’evangelizzazione sarà sicuramente avere a che fare col peccato e combatterlo, ma non è solo questo! C’è la vita nuova!.
Un teologo russo Nikolaij Berdjaev scrive:
“La creatività non è soltanto una forma di lotta contro il male e il peccato, è anche la creazione di un altro mondo, la prosecuzione dell’opera della creazione. La legge inizia la lotta contro il male e il peccato, la redenzione porta a compimento questa lotta; nella sua creatività libera e coraggiosa, invece, l’uomo è chiamato a creare un mondo nuovo e mai visto prima, a continuare l’opera creativa di Dio”.
Ci sono delle scelte, dei modi di fare che devi inventare tu, Dio non te lo dice perchè vuole essere sorpreso da te! Questa è la vita nuova che asseconda uno spirito che ormai è vivace, limpido, sorprendente, lo spirito della risurrezione che ci è stato dato.
Se io mi alleo con questo profumo, che è Cristo, emanerò profumo. Ogni Cristiano emana il buon profumo di Cristo