Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

06-01-2022 Epifania del Signore di don Fabio Pieroni

Mt 2,1-12

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

“Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”.

Quante strade esistono?  e che cos’è una strada?

Allora la parola strada indica la vita cristiana. Il cammino in greco si dice odos e negli atti degli apostoli quando si parla di odos si parla del cammino, della via. Quindi si potrebbe tradurre meglio la frase del vangelo di oggi con “per un altro modo di vivere fecero ritorno al loro paese”.

L’intenzionalità del Vangelo è questa, per cui c’è un modo di vivere vecchio e un modo di vivere nuovo; modo di vivere che è animato dalla voglia di arrivare, perché uno parte per arrivare a qualcosa, per comprendere qualcosa, e quindi questo tratto di cammino questo modo di vivere è animato dall’incertezza, dall’inquietudine, da un senso di paura di perdere tempo e non arrivare mai, di aver sbagliato. Oppure un modo di vivere che consiste nel pretendere da se stessi di raggiungere gli standard minimi di efficienza, di utilità, di benessere, quindi è un modo di vivere che vuole arrivare a un obiettivo.

Ma c’è un altro modo di vivere che è quello di chi parte da un’esperienza che finalmente si è realizzata nella sua vita: c’è stato qualcosa di grande che mi mette in cammino non per arrivare da qualche parte, ma per vivere quella vita che ho assaggiato, e questa è la vita cristiana. La vita cristiana nasce da un incontro. Qui viene descritta una dinamica che nasce da un’intuizione di questi Magi: camminano perché hanno intuito che la vita non può essere solamente disordine, caos, ma ci deve essere qualcosa e la stessa cosa è capitata a voi. Qualcuno vi ha detto: guarda c’è un luogo concreto dove tu secondo me può potresti ricevere l’esperienza che ho ricevuto io, di modo che smetti di girare a vuoto, smetti di fare cose a volte inutili, e allora vieni a sentire questa catechesi! Questa stella fondamentalmente sono questi appuntamenti che la Chiesa ci ha dato, che io vi ho letto, sono degli appuntamenti concreti: come minimo una celebrazione eucaristica della Pasqua ogni settimana e poi arrivare a un momento molto importante che sarà la Pasqua, il Triduo del Signore crocifisso e risorto e poi la Pentecoste. Abbiamo un ritmo perché dobbiamo vivere quello che hanno vissuto i Magi i quali quando sono arrivati attraverso l’intuizione di questa stella, davanti a questo segno, hanno fatto un lavoro che li ha portati all’adorazione.

L’adorazione è il termine di un cammino spirituale che porta la persona a stupirsi in maniera tale che uno non solamente desidera, ma proprio trova pace in quello che ha trovato: un bambino, questa vita che è apparsa e che ci parla di Dio. I Magi e anche noi abbiamo colto che dentro questo segno abbiamo trovato Dio, colui che ci ha sorpresi, che ci sorprende nella misura in cui noi meditiamo sul segno di questo Bambino che sta nella mangiatoia e che entra, riesce ad entrare in questo mondo malgrado ci sia tanta ostilità, tanta antipatia, tanti pregiudizi.

Dio ha fatto la stessa cosa con noi: ha combattuto dentro la nostra ottusità, dentro il nostro rifiuto, la nostra banalizzazione, il nostro sarcasmo, e Gesù è la benevolenza di Dio che ha resistito davanti a questo, davanti ai nostri “no”, ai nostri tradimenti, alla nostra volgarità. C’è questa stima, questa benevolenza totalmente intatta per me e per te che dobbiamo cogliere come qualcosa di sovrannaturale e quando arriviamo a cogliere tutto questo, si accende in noi un modo nuovo di vivere che non deve cercare più niente perché ha già trovato.

Il bambino Gesù ci parla una vita esposta e vulnerabile nella quale Cristo entra nelle problematiche, nelle difficoltà e consente alla vita umana di poter vivere in una maniera nuova. Non ci può essere una persona che ama un’altra e non è vulnerabile, non è ferita. Non ci può essere una relazione nella quale io, come questo bambino, non accetto anche di essere rifiutato, di essere ferito, perché l’amore è così.  La nuova strada, la strada cristiana, è una strada che è animata dalla testardaggine nel bene, nel dare il meglio e va colta fino a baciarla, nel senso che la percepisco come vera, come importante, come qualcosa che mi commuove. Questa esperienza va continuamente riproposta, ecco perché abbiamo necessità della celebrazione, di questo ritmo dei nostri  appuntamenti, perché se la perdiamo, torniamo a girare a vuoto.

Carissimi fratelli, questa è l’esperienza che già voi state vivendo, che stiamo vivendo e bisogna perseverare perché è la cosa più difficile non è tanto di evangelizzare i lontani, la cosa più difficile è governare un popolo e poi far perseverare le persone che hanno iniziato perché le persone si stancano e perdono il filo del discorso, si ammalano, regrediscono e recidivano nelle loro malattie.

Dio ti ripropone questo Bambino, ed è intatto il suo entusiasmo, non si è stancato, non è infastidito. La nostra vita nello stesso tempo non è una vita che essendo animata da questo incontro è messa al riparo da tante difficoltà. La nostra vita, malgrado sia visitata dalla sua grazia non è una vita invulnerabile, non è una vita che diventa infrangibile! No, rimane una vita fragile, che viene ferita dalla mattina alla sera e allora uno potrebbe dire “non mi interessa questo tipo di salvezza, io non ci sto”. Ma Gesù entra dentro questo mondo assumendo tutta questa difficoltà, vivendola in maniera nuova, diversa: una vita nuova, una vita risorta, una vita che nasce dalla vittoria sulla morte e la morte è il nulla, è la solitudine, è la malinconia, è il senso di grave insoddisfazione, di ingiustizia.  Cristo ha vinto la morte, può vincere la tua morte, l’ha vinta tante volte, Però la morte si ripresenta in mille volti, mille occasioni, basta una stupidaggine e subito tutto torna nero e allora c’è questa stella! Vieni alla celebrazione! Chissà che là Dio non ti voglia parlare, chissà che lì finalmente il Signore nuovamente ti appaia!

Siamo della gente eroica, che vive avendo incontrato Cristo, dando senso a quello che senso non ha, prendendo delle cose che sono inaccettabili e le prendiamo aprendo dei cammini dove ormai c’è il nulla. Questa è la vita nuova, questa è la vita che i cristiani sono sfidati a vivere, Chissà che succederà quest’anno e che belle occasioni possiamo prendere, chi lo sa come sarà il nostro odos, il nostro cammino nuovo… nuove strade da valutare, approfondire, su cui pensare, soffrire fino a baciarle.

Questa è la vita di un cristiano. La vita cristiana è l’altra strada.