E cominciarono a far festa
Amare significa darti quello che non ti meriti, che non ti aspetti, che è esagerato, che non è prevedibile. È importante goderci le grazie di Dio, l’ingiustizia di Dio, il fatto che Dio ci vuole bene.
Amare significa darti quello che non ti meriti, che non ti aspetti, che è esagerato, che non è prevedibile. È importante goderci le grazie di Dio, l’ingiustizia di Dio, il fatto che Dio ci vuole bene.
L’emergenza fondamentale è che senza il Vangelo che costantemente ci viene somministrato, non viviamo: la povertà è l’essere praticamente privi delle capacità di poter affrontare l’assurdità della vita che viene costantemente prodotta dal male
Tutti noi, come Gesù, abbiamo bisogno di avere un momento di conferma, di chiarezza, di entusiasmo, di gloria, affinché possiamo capire che stiamo facendo qualcosa di meraviglioso, di bello
Siamo dentro un tempo importante, profondo, interessante, che è quello di approfondire l’azione di Gesù Cristo con le sue conseguenze oggi per me, che mi viene ad aiutare e non a castigare.
La Quaresima consiste nell’approfondire alcune tappe della presenza di Dio che sono la sintesi di quel cammino iniziatico che dovrebbe portarci alla Pasqua, che è un grande appuntamento che ci aspetta e noi dobbiamo essere preparati, per fare in modo che ci arriviamo pronti.
Gesù dice: perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio dell’altro e non vedi la trave che è nel tuo? Sei proprio sicuro che quello che stai vedendo sia la verità? Sei proprio sicuro che devi credere ai tuoi occhi? Probabilmente no! Puoi dire: questa è la mia visione, vogliamo confrontarla con quella del Vangelo?
Dio ci dice oggi di prendere questo legno, cioè la sapienza della croce, che è lo strumento per assorbire il male, e per darci la capacità di caricarsi del male altrui per smorzarlo.
Un conto è piangere da soli, vivere da soli, ed un conto è vivere in Cristo e piangere insieme con Cristo. Questa è la beatitudine, questa è la Sapienza nascosta: è proprio quella di vivere in Cristo, insieme con Lui!
Pietro si accorge che in Cristo c’è una dimensione, una qualità soprannaturale che lo attrae in una maniera fortissima; quanto più è vera la percezione della santità, della grandezza di Dio, tanto più forte è la radicalità della sua risposta
Gesù Cristo è venuto non per essere riscattato, ma perché Lui è il riscatto, il liberatore da questo meccanismo infernale in cui noi siamo obbligati all’egoismo, all’egocentrismo, alla suscettibilità, alla superbia; Lui non deve essere liberato, ma è la liberazione.