Mt 26,14-27,66
Mt 26,14-27,66Questa celebrazione ci rende presente quello che Gesù ha compiuto “cominciando da Gerusalemme”. Questa è un’espressione teologica molto importante. Vediamo innanzitutto cosa significa “rendere presente attraverso la celebrazione” quello che la Chiesa ci indica di realizzare. In questa celebrazione c’è una cura in tutto, frutto di un lavoro enorme ed è bellissimo, poter renderci conto che c’è una iniziativa di Dio che ci dà lo spirito, la forza, l’entusiasmo di fare questo, di non fare cose in modo approssimativo.
Perché è così importante rendere presente quello che Gesù ha fatto a Gerusalemme?
Innanzitutto a Gerusalemme Dio comincia qualcosa. Ci sono cose che facciamo noi e cose che fa Dio. Ci sono realtà che hanno il loro principio, la loro iniziativa nell’iniziativa di Dio, e ci sono cose che facciamo noi nella nostra vita. La differenza è questa: le cose che fa Dio rimarranno al loro posto, non potranno essere corrette dalla morte, non potranno essere inutili, dannose, fuggitive, non si sbiadiranno, rimarranno dentro di noi. Tutto quello che noi assecondiamo dell’opera di Dio rimarrà al suo posto, mentre tutto il resto passa. Il mondo passa, e tanti nostri progetti non si realizzeranno mai. Dobbiamo quindi ricominciare da Gerusalemme, da quello che Dio fa per noi, e non solamente perché queste cose rimangono, ma perché queste cose passano al cielo, perché esiste la Gerusalemme del cielo, qualcosa che verrà trasfigurato.
Cosa sta facendo Dio in noi? Dio ci sta volendo bene! Esiste una fecondità, una vitalità, qualcosa di bello in questo mondo pieno di fatiche. C’è qualcosa di grande! Io ve lo devo testimoniare, ve lo devo dire, ve lo devo indicare! Cristo mi sta volendo bene, mi sta aiutando, mi sta curando, mi sta dando degli amici, mi sta dando entusiasmo, mi ha perdonato i peccati, mi suggerisce delle iniziative, mi dà coraggio, mi dà una comunione di fratelli. Tutte queste cose vengono da Dio. L’amore dei fratelli viene da Dio e questo ci sta cambiando.
Questo passaggio di Gesù in mezzo a noi, ci regala qualcosa che non ci verrà tolta mai più. Certamente quando noi commettiamo dei peccati ci sono delle conseguenze, e poi ci ripensiamo, ci addoloriamo, ci rattristiamo… ma anche le cose che Dio fa in noi hanno delle conseguenze di bene, di bellezza, di risurrezione. Un giorno, quando passeremo all’altra vita, i semi di bene che Dio ci ha trasmesso attraverso la Chiesa, la predicazione, i sacramenti, l’affetto degli altri, esploderà come qualcosa che ancora non sappiamo, come un frutto maturo. Quindi dobbiamo raccogliere questo amore, e non solamente per stare bene ora, non solamente per reggere di fronte all’urto, alle fatiche, ai problemi, alle difficoltà. Lo spirito di Cristo passa in mezzo alle fatiche, alla morte, agli sputi, al tradimento, a tutte quelle cose brutte delle quali ci parla la passione, e sboccerà nella risurrezione. Quindi noi dobbiamo sapere che il bene che stiamo ricevendo non è qualcosa che si esaurisce oggi, è qualcosa che ha dentro di sé la possibilità di trasfigurarci nella risurrezione. Noi non sappiamo chi saremo. Sappiamo solo che è bene che assecondiamo, contempliamo questa persona di Cristo in noi.
Noi ogni domenica veniamo alla messa, ascoltiamo una predicazione, ci lavoriamo sopra, ci soffriamo, combattiamo… Questo seme sta producendo qualcosa di buono, ci ha dato coraggio, ci ha rimesso in piedi, qualche volta ci ha confermato. E’ Cristo che cammina con noi! Questo lavoro non finisce qui: ci porterà nel Cielo, ci sta cambiando.
E’ necessario allora accogliere questo amore, goderne, stupirci, commuoverci dell’agire di Dio, storicizzarlo: quel giorno Dio mi ha parlato, mi ha consolato attraverso quella persona, mi ha commosso attraverso l’atteggiamento di quel fratello, attraverso quel dono spirituale che ho ricevuto. Veniva da Dio! Viene da Gesù Cristo! Gesù Cristo parla pure con te! Sta facendo qualcosa di grande! Sta passando! Vuole assolutamente trasmetterci se stesso e a sua volta si farà presente attraverso di noi, attraverso la nostra testimonianza. Per questo motivo vi invito a rallegrarvi.
E’ chiaro che la nostra vita è molto difficile, tutto sembra meraviglioso e poi all’improvviso ti arriva una brutta notizia. Noi siamo inclini a credere più al brutto che al bello, ma questa celebrazione ci dice che è Dio a donarci a Gerusalemme l’ultima parola, e sarà una parola meravigliosa, grandiosa, perché Dio ci ama, non ci vuole lasciare nella melma. Cristo sta bonificando il nostro acquitrino, la nostra palude, attraverso la sua persona, la sua parola. Questo ci vuole dire Cristo stamattina: Dio ti ama!
Stiamo per entrare nella Settimana Santa, durante la quale dobbiamo assimilare, fare il pieno di questi segni, di questi gesti, di queste parole, che ci daranno forza, ci confermeranno nei momenti in cui avremo occasione di fare del bene a qualcuno. Questa Parola sarà più forte delle tue paure, il veleno del mondo non ti intossicherà fino a farti rinunciare a vivere; questa parola per noi è fondamentale per poter crescere, maturare, per poter gustare la vita. Cristo deve passare in mezzo a noi. Speriamo di avere vicino a noi anche persone che gli assomiglino, che ci facciano presente questa santità.
Giovedì faremo la celebrazione con il rito della lavanda dei piedi e poi venerdì dovremo confrontarci in maniera più concreta con il legno della croce. Lì non ci sarà il crocifisso, ci sarà la croce! Ma noi potremo salire sulla croce perché abbiamo conosciuto il crocifisso. Ci aspettano le nostre fatiche, le nostre difficoltà e senza Cristo è impossibile reggere.
Poi faremo la veglia pasquale. Spero che lo Spirito Santo tocchi l’intimo del nostro essere perché la scintilla della vita nuova ci riaccenda la voglia di vivere, ci dia quell’entusiasmo che tante volte non abbiamo e che ci porta ad essere svogliati, disattenti nei confronti degli altri. Cristo vuole accendere questo amore dentro di noi. Dobbiamo imparare a goderlo, ad assimilarlo, a gustarlo, a contemplarlo. Questa è la cosa più importante di tutte. Se non c’è questa assimilazione, non ci può essere la virtù, se dentro di noi non c’è l’amore con lo Sposo, non può esserci fecondità, non possiamo generare nessuno. Per questo è così importante stare qui, essere presenti. Tutto qui è per noi, per i nostri sensi, il nostro sguardo, le nostre orecchie. La grazia di Dio deve passare gli ostacoli che abbiamo dentro l’anima.