Mt 5,13-16
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
Abbiamo ascoltato questo vangelo. Noi stiamo ascoltando quest’anno il vangelo di Matteo che è dedicato fondamentalmente a coloro che vengono dal giudaismo. E’ un vangelo che io vi invito a leggere dall’inizio alla fine. Esiste la lectio cursiva, la lettura “dalla a alla z” a cui noi non siamo abituati. In questo momento la liturgia della parola del vangelo della domenica segue la lectio cursiva perché stiamo leggendo il discorso della montagna che inizia nel capitolo 5 e termina nel 7. Nel discorso della montagna (che è iniziato la scorsa settimana con le beatitudini, oggi parliamo di una dinamica speciale che proveremo a spiegare e la prossima settimana inizierà il commento, o riedizione dei comandamenti) Matteo indica Gesù come il nuovo Mosè, perché come sulla montagna del Sinai Mosè ha spiegato i 10 comandamenti, così Gesù porta alle estreme conseguenze il significato dei 10 comandamenti, cioè dà compimento.
Questa mattina noi dovremmo capire qual è la logica di base, di fondo della vita cristiana che viene illustrata attraverso il discorso della montagna. Il discorso della montagna è un discorso programmatico che descrive l’umanità di Cristo come un qualcosa da ricevere per essere davvero uomini. La vita umana ha cioè senso pieno nella misura in cui si ispira, interpreta la vita di Cristo che è illuminata dal discorso della montagna.
Il vangelo di questa mattina ci dice: voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo. Voi siete il sale della terra, ma se il sale perdesse il sapore con che cosa lo si potrà rendere salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Bisogna capire bene se andrebbe buttato via il sale o anche la terra. Perché “se il sale perde il suo sapore con che cosa si potrà rendere salato?” si riferisce al sale o a ciò che doveva essere salato? In greco dice: se il sale divenisse pazzo, cioè se il sale non fosse in grado di trasmettere il suo sapore significa che è diventato matto. Allora se io dico: voi siete il sale della terra. Voi sapete bene cosa sia il sale? Io dico di no! Se io dicessi: voi siete lo zenzero della terra, capireste? cosa fareste per capire? Cerchereste di conoscere quali sono le proprietà dello zenzero, come deve essere utilizzato…
Il sale per dare sapore cosa deve fare? Si deve sciogliere.
Ogni atto cristiano consiste nello sparire, consiste nello sciogliersi per trasmettere qualcosa agli altri e questo per noi è una cosa assurda perché noi viviamo tutta la nostra vita per affermare noi stessi, per avere un contraccambio, un risultato, una ragione per continuare. Questo è un ragionamento che nasce dalla logica costi-benefici: se mi costa tanto questo atto, questa catechesi che faccio ai bambini, questo stirare le camicie, questo andare a lavorare, e mi viene così poco, vuol dire che la mia vita è assurda, e io non solo non sono capace di vivere in perdita, ma non sono neanche d’accordo. Ma siccome la vita mi richiede questo, io divento matto. Perché una persona si arrabbia, vede che la sua vita è assurda, è una follia? Perché inconsapevolmente non si sta rendendo conto che la vita la sta portando a sciogliersi, a perdere. E questo succede in tutte le relazioni veramente umane, cioè secondo Gesù Cristo.
Una relazione veramente adulta, umana è una relazione per gli altri. Se io accendo la luce, non vedo la luce, vedo voi! Se io metto il sale non voglio trovare il sale, voglio trovare il sapore che le pietanze hanno attraverso il sale. Quindi in ogni atto cristiano ci deve essere un po’ di sale. Ma noi valutiamo gli atti secondo il mondo: ho fatto tutto questo lavoro… almeno un riconoscimento, almeno una persona che ti telefoni…! E siccome questo riconoscimento non arriva o non è adeguatamente sufficiente, noi andiamo in crisi: la nostra vita ci sembra folle, assurda. Gesù ci sta dicendo oggi: se voi non solamente non date sapore, ma non siete capaci di perdervi, se qualcuno non vi rende capaci di perdervi, e resistete alla vita che vi chiede questo, diventate matti! Quindi il fatto di dare la vita, di scioglierci non è un optional, è una necessità, perché non solamente gli altri ci chiedono queste relazioni, ma tutta la nostra vita è così: la fatica che facciamo nel fare le cose, l’impegno che mettiamo nel preparare un incontro, ci svuota. E noi diciamo: la prossima volta non lo faccio più, perché mi è arrivato troppo poco rispetto a quello che ho dato.
Allora il punto fondamentale è: la mia vita è cristiana? Tutti noi dovremmo non solamente razionalmente comprendere che l’agire umano ha dentro di sé sempre questo scarto tra quello che facciamo e quello che riceviamo, ma una volta che io abbia capito questo, abbia messo in conto che ci perdo, dovrei essere capace di vivere così. E per vivere così c’è bisogno dello Spirito Santo, cioè di quello Spirito che Cristo ha dato all’uomo perché potesse sparire negli altri. Dobbiamo costantemente ricevere questo Spirito perché facilmente lo perdiamo e quando questo accade cominciamo a fare nuovamente i calcoli, perché è vero che la vita è una fregatura se viene letta attraverso questo parametro.
Gesù non è ammirato dal sale in quanto sale, ma in quanto dovrebbe essere, come la luce, una metafora della nostra vita. Allora, noi dovremmo fare pace con tanti calcoli che facciamo: che uno si è approfittato, che forse ho perso qualcosa… no, attento! Rileggilo! Perché lì dentro invece tu hai dato qualcosa. Dentro questa sproporzione tra quello che dai e quello che ricevi e che è nel 90% delle cose che facciamo e che poi ci rammarichiamo di aver fatto perché ci abbiamo perduto, c’è invece la sapienza della croce, che per noi è una follia, per noi è una stupidaggine: quello che per gli uomini è furbo, davanti a Dio non ha valore. E quello che davanti a Dio è sensato, per l’uomo normale è una cretinata. Questo dice san Paolo nella 1 lettera ai Corinzi. Quindi – dice san Paolo – fatevi stolti per essere sapienti. Questa dinamica del sale non si deve capire solamente con la ragione, ma è una dinamica nella quale noi dobbiamo entrare. A volte ci blocchiamo, altre volte ci entriamo, e la assecondiamo perché siamo uniti a Cristo e la cosa funziona. La stessa cosa è per l’eucarestia: un pane che si consuma, un sangue che si versa, che si spreca. La nostra vita è così e tu guardi e dici: ma guarda che spreco. Tu devi ricordarti di questo: che sei in realtà nella dinamica di Gesù Cristo. Lo dice anche san Paolo: guardate che il mio sangue sta per essere versato, sparso, ma io sono contento. Sto in carcere perdendo tempo, non faccio niente… mi sto sprecando… Ecco lì è sale!
Questa è una spiritualità veramente evangelica perché è la spiritualità di Gesù e senza di questo la terra, la vita, il lavoro, i colleghi, le situazioni, il catechismo, la parrocchia, diventa tutto una follia, non diventa insipido e da buttare solamente il sale, ma va buttata pure la terra. Tutto da buttare. Questa è una cosa grossa su cui riflettere questa settimana.