Mc 1,12-15
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».Oggi celebriamo la prima domenica di Quaresima e ci aspettiamo di ricevere una parola per la nostra vita. Una parola che non è un’informazione, perchè non veniamo qui per accrescere il nostro bagaglio esegetico, ma per incontrare Cristo nella nostra esistenza, affinchè questo incontro ci dia la salvezza, cioè ci dia consistenza e motivazioni nuove per affrontare la nostra vita. Riconosciamo quindi il nostro bisogno di ricevere questa parola.
Iniziamo da queste due ultime parole che Gesù dice: “Convertitevi e credete al Vangelo”. Dopo che Gesù ha superato le prove del deserto, Giovanni viene arrestato. Gesù allora va in Galilea, predica il vangelo di Dio e poi dice queste parole, con le quali vuole dirci: “Convincetevi che è possibile vivere secondo il Figlio di Dio, secondo questa grande sapienza che io vengo a portare attraverso la mia missione!” Convertitevi significa questo: convincetevi! Cambiate mentalità e rendetevi conto che è possibile vivere il vangelo, la vita che porta Cristo.
La vita che porta Cristo è un logos, una sapienza. Questa sapienza va innanzitutto inaugurata nella vita di Cristo, perchè mai nessuno ha visto come vive una vita umana il Figlio di Dio. Vivere la vita umana da Figlio di Dio è una cosa inedita.
E dov’è che viene inaugurata questa vita inedita che viene presentata all’umanità e che poi potrà essere resa partecipabile ad ogni uomo a partire da quello più fragile? Nel deserto.
Ci sono tre modalità di definire il deserto, quello ebraico, quello greco e quello latino, ma noi tocchiamo ora solamente quello ebraico: midbar. ora la parola “mi” significa “non”, e la parola davar (da cui dbar) significa “parola”. In greco parola si dice logos. Quindi questa inaugurazione viene fatta in una realtà dove non c’è una logica, dove c’è solamente cenere e morte, una realtà simile a quella di colui che fa una partita a carte con un avversario che ha le carte truccate. Sarà possibile vincere?
Ora la vita nostra è così, un gioco a carte dove le carte sono truccate e quindi uno non solamente ha la vita difficile, ma è tentato di rinunciare. Questa vita che noi viviamo è il deserto, è una vita che ci è contraria, ostile, che è soprattutto difficile, complicata. Il libro (e il film) “La strada” di Cormac McCarthy descrive una realtà fantascientica perchè il pianeta è stato devastato da qualcosa di tremendo. I protagonisti, che sono padre e figlio, camminano in questo panorama pieno di cenere dove le persone impazziscono, si ammazzano tra di loro, e dentro questa realtà gelida dove c’è solo cenere, questo padre e questo bambino portano il fuoco, il calore. Alla fine questa luce sarà portata solamente dal bambino perchè il padre si stanca, si incattivisce, e vorrebbe umiliare, forse ammazzare un tizio che gli è andato contro, e il bambino lo ferma. Il bambino è questo spirito di speranza, di infanzia, di chi ancora non è stato logorato dal cinismo della vita e sarà proprio lui a salvare il padre, perchè gli dirà: papà ma non avevamo detto che noi non avremmo ammazzato nessuno? che noi avremmo continuato a portare il fuoco?
Queste immagini poetiche dicono molto. Il cristiano Gesù Cristo viene innanzitutto a inaugurare nella sua vita che noi contempleremo nella quaresima, un vita nuova, che non è un trionfalismo, che è molto complicata, a volte deludente.
Ci vuole intelligenza per decifrare il modo di comportarsi, di reagire, di ragionare di questo Figlio di Dio che vive la vita umana dentro una realtà gravemente compromessa. Questa sua missione consisterà nel fatto che Cristo dentro questa realtà compromessa trasformerà e trarrà il bene dal male. Questa è la vita cristiana, ma la vita cristiana non ti risolve automaticamente tutti i problemi. Sei chiamato a provvedere tu a tutto quello che manca nel tuo matrimonio, nel tuo lavoro, in quello che vivi. Tu devi portare il fuoco!
I cristiani sono coloro che ricevono da Dio la sapienza, la forza, la genialità, la creatività di portare una novità dentro questa situazione storica-esistenziale così uguale a se stessa, sempre complicata, buia.
Dice Gesù: Credete che questo è possibile! ma la tentazione ci convince che non è vero, non è possibile, è assurdo, non si può fare…
Il vangelo, la buona notizia che arriva a Cristo dal Padre è: tu sei Figlio di Dio, tu puoi vivere dentro questa terra come un figlio, il figlio mio!”, e allora lo Spirito Santo lo spinge nel deserto perchè si fortifichi e con decisione affronti questa sfida. La stessa sfida che anche noi dovremmo seguire. Noi siamo convinti che lo Spirito Santo ci trasferisce dentro il nostro cuore dei criteri, delle motivazioni, una finezza che ci cambia, ma dentro di noi ci sarà sempre la cenere. San Paolo lo dice: noi portiamo questo tesoro in vasi di creta.
Quindi la nostra idea di cristianesimo tante volte squalifica quello che tanti di voi già vivete. Molti di voi già vivete la vita cristiana e portate questo tesoro in vasi di creta, solo che pensate che questo tipo di risultato non è quello che dovreste portare perchè invece dovreste fare molto meglio. Quindi non credete che sia possibile vivere il vangelo, ma che anzi vivere il vangelo sia una frustrazione. La chiesa deve aiutarci a scoprire che quello che voi vivete è già il cristianesimo più alto che voi possiate vivere. Non ce n’è un altro!
All’inizio della quaresima la Chiesa capisce che l’umanità che porta dentro di sè la cenere segno di questo logorio che la consuma dall’interno, ha bisogno nuovamente di essere motivata, evangelizzata, convinta che questo modo di esistere secondo il Figlio di Dio è partecipabile da parte della persona più fragile di questo mondo. E’ chiaro che questo messaggio del vangelo non coincide con i nostri progetti di perfezione, di una perfezione che non esiste. L’idea di perfezione che spesso noi abbiamo è un’immagine demoniaca.
Bisogna perseverare, perchè altrimenti il mondo della strada ci sporca, ci omologa, ci distrugge, ci sgretola. Non è un optional stare nell’arca della Chiesa, che è un luogo di salvezza. Abbiamo bisogno di rilanciare la nostra convinzione di vivere dentro questa arca che è la comunità cristiana. La prima vittoria che possiamo riportare sul demonio è rilanciare la nostra condizione di stare dentro questa arca per renderla fruibile a molte persone. C’è molta gente che piano piano abbandona, e questo indebolisce l’arca, l’unica speranza che abbiamo. Beato te che sei discepolo di Cristo!