Mc 1,14-20
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.In questo vangelo si racconta che dopo l’arresto di Giovanni Gesù si reca in Galilea, una regione a nord di Israele. Qui c’è il lago di Tiberiade che si trova a 200 m sotto il livello del mare; questo lago è anche chiamato Mare di Galilea. Gli ebrei non hanno un buon rapporto con il mare, con l’acqua, perché la ritengono simbolo di qualcosa di brutto; il mare è per loro un luogo misterioso, buio, popolato da mostri marini. E’ chiamato “Leviatan”, per ricordare un mostro della mitologia ebraica che ricopia esattamente quella egiziana. (questo perchè gli Ebrei hanno preso moltissimo dagli egizi in 430 anni di schiavitù). Per Israele quindi il mare è un luogo infernale, dove tutto è incerto, dove il fluttuare dà la sensazione di essere ubriachi e si può stare molto male.
Questo simbolo è stato la base del Titanic, uno dei film più profetici di questo millennio. In questo film va tutto a finire male; c’è un imprevisto e la gente si ritrova aggrappata ai rottami del grande transatlantico. Così Gesù vede le persone: gente che è dentro un naufragio, che sta dove non dovrebbe stare, che vive come un pesce, quando invece è una persona. Un uomo non può vivere nell’acqua, non ci si trova bene perché ha sbagliato vita, sta messo male. E allora lui dice a questa umanità di uscire da questa situazione di ignoranza, di confusione, di paura, di smarrimento. Dio mi ha chiamato a San Bernardo, a Centocelle, che è come fosse Ninive, la città di cui parlava la prima lettura, in cui c’è tanta gente che vive ai giardinetti e non sa come e perché vive. Gesù ci dice di andare a prendere questa gente, perché si merita altro. Questa è la nostra missione! Io ho cominciato a camminare, a vivere annunciando. Annunciare in greco si dice “eu-anghello”, che significa annuncio, da cui proviene la parola “angelo”: “eu” significa buono, un buon annuncio.
Io ti dico: convertiti e credi al Vangelo! Convertirsi non significa “fare il bravo”, ma cambiare opinione sulla propria vita. Se tu guardi la tua vita, vedi che ci sono tantissime difficoltà: tuo padre, il lavoro, tuo marito, il mutuo, il conto in banca, in tutto ci sono problemi.
Davanti al fatto che c’è la notizia negativa che viene arrestato Giovanni, il suo amico più caro, Gesù entra in scena e annuncia una buona notizia. San Paolo dice di credere nella Sapienza di Dio, che è una stoltezza per gli uomini; noi non crediamo che invece la nostra vita funziona, che è misteriosamente importante, è bella. Non crediamo all’annuncio del fatto che la nostra vita abbia un senso, una sorte radiosa. Non crediamo che la vita ci arrivi da Gesù Cristo! Se tu incontri lui, sposi lui, accogli lui, che è la verità, la tua vita cambia. Questo è successo a molti di voi quando avete fatto i comandamenti o il cammino neocatecumenale, quando avete ricevuto una parola nella confessione.
Solo che questa parola noi la perdiamo.
E’ molto probabile che questa mattina qualcuno si senta a terra perché non crede più che la sua vita sia giusta e bella. Ricordate il film “Sliding Doors”? Racconta di una donna che ha l’impressione che la sua vita sia sbagliata, che se avesse trovato aperta la porta della metropolitana e vi fosse entrata, la sua vita avrebbe preso un corso diverso; invece non l’ha presa perché c’era una bambina che l’ha ostacolata e quindi ha dovuto prendere un taxi e la sua vita è cambiata, sbagliando tutto. La stessa cosa succede a noi quando pensiamo di aver sbagliato tutto, ci chiediamo, per esempio, se abbiamo sposato l’uomo giusto. La gente è convinta che la sua vita avrebbe potuto essere migliore, che ha fatto tanti errori, che sia insufficiente, che avrebbe dovuto avere più fortuna, studiare di più, non avere quel collega che lo ha ostacolato… e così molti pensano di vivere una vita di “serie B”.
Allora io ti invito a credere la verità: che la tua vita è importante, che Dio ti ama, che qui c’è Cristo. Lo dico anche a me stesso, perché anch’io posso pensare che abbia esagerato quando sono entrato in seminario, a fare il prete, posso pensare di aver perso tempo, che potevo fare tante cose, come andare a sciare, conoscere tante persone.
E io ti dico di credere alla verità che è Cristo, che è vivo in te, lui ti ama! Sei dentro questa realtà perché è la vita migliore che tu potessi avere.
Un giorno qualcuno ti ha parlato di questa verità e tu ci hai creduto. Questo ti ha quietato, ma poi torna qualcuno a dirti che non è vero, che hai sbagliato e ti imbruttisci, ti incupisci, ti rattristi, ti arrabbi, ti chiudi e ti sembra di vivere come un disadattato.
Se tu credi, se dai importanza alle cose che sto dicendo, esci da qui come una persona nuova. Puoi sembrare un sognatore, un insensato, ma non è così: stai credendo alla verità! Non solamente state ricevendo questa verità, ma molti di voi mi state aiutando, anche voi siete pescatori di uomini e state portando la gente in un giardino; insieme stiamo facendo il lavoro grandioso di insegnare alle persone come si pensa, cos’è la parola di Dio, la spiritualità, la fraternità, la bellezza, la profondità del cuore. Sono tutte cose che non vengono più insegnate, ma noi abbiamo un “know how”, una specie di ricetta che ormai si sta perdendo. Stiamo tirando fuori dal baratro, dal lago di Galilea, un’umanità sofferente, piena di alghe, di sabbia, morsa dai pesci; questa è un’operazione straordinaria e stupenda.
Oggi arriva una notizia e se tu la credi, forse per un po’ lasci tranquillo tuo marito o tua moglie, ti calmi, perché credi la verità.
Questa mattina si sta compiendo questo mistero, che sembrava così lontano. Vi ho parlato dei pescatori nel lago di Tiberiade, ma la nostra vita scorre e sembra che non ci interessi di uno che sta presso il lago di Galilea; invece se io vi dico che questa storia vi riguarda, questo per voi diventa interessante, vi aiuta. Io vi invito proprio a credere questa verità che è la bellezza; la parola “eu anghello” significa “buona notizia”, “vera notizia”. Convertiti significa, vai oltre quello che pensi normalmente: “metanoeo”, “metà nous”, cioè credi quello che tu non crederesti se non ti fosse annunciata, non ci potresti arrivare, perché non è deducibile dalla tua realtà. Se credi al mio annuncio che la tua vita sia buona, puoi fare un salto di qualità assoluto e vivi una vita riconciliata.