Mt 26,14-27,66
.Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra.
Abbiamo spiegato che questo buio nasce da un eccesso di luce che produce la cecità e quindi abbiamo ascoltato per la prima volta la Passione, la riascolteremo venerdì e per tutta questa settimana dovremo stare davanti a questa realtà attraverso vari sussidi che vi daremo per approfondire. Piano piano veniamo storditi da questa luce e ci dobbiamo entrare, con un po’ di pazienza.
Nello stesso tempo questo buio è anche l’opera del mistero dell’iniquità, del male che vuole sviarci, sottolineando la sofferenza. Ma il buio non è solo la sofferenza fisica di Cristo. Ci sono film in cui viene sottolineato in modo esagerato il sangue che scorre… quello è un depistaggio. Il punto è un altro: tutti i grandi predatori sono anche maestri di mimetizzazione, pensate al coccodrillo, o al pesce pietra. Il male si nasconde, vuole depistarci, vuole che vengano sottolineate altre cose. E’ un’impresa complessa quindi entrare nella Passione di Cristo, perché la Passione è un grave combattimento, un grande conflitto, tremendo.
Abbiamo due strumenti importanti per vivere questo tempo.
Il primo è proprio la Passione, che è un mezzo per diagnosticare, per prendere coscienza di dove siamo noi, di chi è Gesù, di cosa sta succedendo. Che relazione la Passione può avere con tutto un modo di vivere, di scegliere? La Passione diviene quindi un criterio di discernimento. Ma non è sufficiente perché la diagnosi che potremmo fare potrebbe farci raggiungere una consapevolezza colpevolizzante. Questo è un tranello del demonio, perché l’esito finale di questa celebrazione e di tutta la Settimana Santa è la Pasqua e quindi un’esperienza di salvezza.
Innanzitutto la Passione non è una riconciliazione con la morte. Gesù quando accoglie il male, lo abbiamo visto anche la scorsa settimana nella risurrezione di Lazzaro, si turba, piange, ma non è un pianto solamente empatico con Marta e Maria. E’ proprio una incompatibilità che lo fa entrare in subbuglio. Per noi non è così perché non abbiamo la stessa natura di Cristo. In noi c’è una compatibilità inquietante con il male.
Addirittura Gesù quando si avvicina l’iniquità avverte paura ed angoscia. San Paolo nella lettera ai Corinzi dice: “Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele? Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli?”.
Quindi nella Bibbia c’è un grande insegnamento all’amore, ma anche un grande insegnamento all’odio, inteso come non connivenza al male, non complicità con il male. Questa complicità è la cosa più grave perchè noi normalmente cominciamo a sentirci a disagio quando le cose cominciano ad esplicitarsi, ma l’origine è molto al di là e quando noi ce ne accorgiamo la malattia è quasi conclamata perchè ci ha assorbiti, ci ha plagiati.
Gesù entra in Gerusalemme manifestando la verità. Lui è l’unico che se lo può permettere perché Lui è il solo che può andare in croce. Infatti se una persona comincia a dire la verità dentro un ambiente di lavoro, dentro una famiglia, si avverte subito una tensione, perché la verità produce una consapevolezza dolorosa e allora c’è una reazione. Questo avviene anche perchè sotto sotto c’è un sistema dell’iniquità del male che vuole sporcare, dividerci, ed allora Cristo entra dentro Gerusalemme, entra nella nostra vita e noi dobbiamo vederlo, accoglierlo, perché c’è qualcosa di pericoloso che si sta determinando. Vi ricordate che anche Adamo ed Eva, quando vivono nella connivenza, nella complicità con il peccato, si nascondono, e sono nascosti a se stessi? E’ evidente che in un mondo come il nostro dove la fa da padrone la strategia, l’omertà, Gesù Cristo deve andare in croce, deve essere tolto di mezzo. Questo Cristo lo sa.
Questa è una chiave fondamentale: Cristo non si riconcilia con la morte, anzi la vuole combattere profondamente, perché lui è dalla mia parte, è dalla tua parte. Certamente questa consapevolezza è un primo passo eccezionale e speriamo che questa celebrazione e poi tutto ciò che vivremo in questa settimana santa, possa smuovere qualcosa nel nostro cuore, non per colpevolizzarci, ma per farci capire che nella misura in cui siamo connessi con il male, stiamo male! Il male fa male e Cristo che è dalla parte dell’uomo, vuole sradicare questo male perchè vuole che io stia bene.
Il secondo strumento importante di cui vi voglio parlare è la palma. La palma del martirio. Martirio significa Testimonianza con il sangue della verità. La palma indica il martirio di Cristo, la testimonianza che ha dato Gesù Cristo al Padre di chi sono io, di quanto importante sono io. Il rimedio contro il male non è la consapevolezza del male, non è che siccome io ho capito che sono come Pilato e me ne lavo le mani, adesso sono salvo! Non è che siccome ho capito i miei limiti, il mio male, allora sto a posto! Questo è un tranello del male, del maligno. Per questo tanta gente che vive il cristianesimo sta male, perchè si ferma qui! Non conosce la palma del martirio. Vi ricordate che nella Pasqua ebraica il sangue viene messo sugli stipiti delle porte e noi spesso mettiamo le palme o gli ulivi fuori della porta, perchè vogliamo ricordare quel sangue. Quel sangue è il martirio di Cristo, cioè il rimedio al male che hai tu. Quando smetterò di produrre male? Di essere superficiale? Quando io sarò ferito a morte dall’amore di Cristo! Se io non ho ricevuto nell’anima l’esperienza che solo lo Spirito mi dà, di sentirmi amato da Cristo in una maniera sconvolgente, se non vengo ferito a morte da questo amore, non verrà messa a morte la mia natura malvagia.
Nella Scrittura san Giovanni dice che chi ha l’unzione, cioè chi è stato ferito, unto da questo olio, da questa salvezza è una persona nuova. Questa è una cosa straordinaria. Quindi il rimedio cos’è? E’ sentirsi amati fino al sangue da Cristo. E questo sangue trasforma la mia natura, mi risuscita, perché la risurrezione è ricevere la vita donata da Cristo e questa vita di Cristo comincia a far germogliare in me un nuovo modo di essere, una libertà.
Io spero che durante la Settimana Santa noi contemplando Cristo veniamo feriti a morte da questo amore. Dio è dalla mia parte! Quando lo guardo mi devo ricordare questo. Solo questo amore mi convince.. Cristo deve vincere la mia estraneità, la mia incredulità che non è la decisione da parte mia di non voler credere, ma è il fatto che non posso credere se non mi arriva il sangue, se non mi arriva l’amore fino al sangue.
Questo è un grande mistero. Dice il grande inno La vittima pasquale : morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Questo è il duello che Cristo deve vincere in me. Tutti gli ostacoli che il male ha cronicizzato, consolidato dentro di me mi impediscono di amare e di essere amato, di ricevere la palma del martirio, della testimonianza che Cristo vuole realizzare su di me. Cristo vuole vincere questo, vuole testimoniare questo davanti al Padre, davanti agli uomini e davanti agli angeli.
Sono certo che questo che vi sto dicendo voi sappiate difenderlo, valorizzarlo, meditarlo, approfondirlo. Questa è la radice di ogni bene, di ogni opera buona, di ogni pensiero buono, perchè il bene produce il bene. L’amore crea.