Lui vi insegnerà ogni cosa

22-05-2022 VI domenica di Pasqua di don Fabio Pieroni

Gv 14,23-29

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

Siamo praticamente giunti alla vigilia della grande festa dell’Ascensione e poi a seguire abbiamo la Pentecoste. Questo è il periodo più importante dell’anno liturgico, un periodo che parte dal mercoledì delle ceneri e culmina attraverso la Pasqua con la Pentecoste. In questo periodo si parla sempre di più dello Spirito Santo che alcuni definiscono  illustre sconosciuto. Questo è un danno perché questa definizione è figlia di una teologia debole che riguarda tutto quanto il Cristianesimo, ma in particolare proprio l’azione di Dio attraverso il Suo Spirito.

Quando noi parliamo di Spirito Santo subito ci colleghiamo a tutto quello che è l’intimità, la preghiera, la virtù. Ma questo è sbagliato perché lo Spirito Santo certamente poi ci porterà a fare le nostre opere, avere la nostra intimità, ma non è questo il nucleo. La caratteristica fondamentale dello Spirito Santo è una visione comunionale; lo Spirito non agisce mai individualisticamente, non agisce mai partendo dall’individuo. Quando parla lo Spirito agisce conferendo in chi lo riceve una passione per la Chiesa, per la comunità cristiana: questa è la caratteristica propria dello Spirito Santo.

C’è un’azione dello Spirito Santo che è ad intra cioè che lavora dentro la realtà ecclesiale perché deve prepararla, deve purificarla, deve fortificarla, deve entusiasmarla, perché possa portare ad extra la sua missione e quindi è molto importante capire che ci sono delle cose che non riguardano tutti, ma che riguardano alcuni. Per esempio la lettura degli atti degli apostoli che abbiamo ascoltato è per gli addetti ai lavori. Si parla di un momento importante perché c’è una comunità che si è formata da poco e che si è formata inaspettatamente, senza che sia stata evangelizzata da nessuno degli apostoli e che quindi desta una certa preoccupazione. Vengono quindi inviati Paolo e Barnaba per controllare chi siano queste persone che sono così contente e che hanno una gran fama in tutta quella zona. Paolo e Barnaba vanno e vivono un’esperienza straordinaria e riconoscono che lì lo Spirito Santo sta agendo. In primo luogo lo Spirito Santo agisce creando una comunità, creando comunione. Vengono però poi a sapere che ci sono alcuni giudei i quali sono andati dentro la comunità di questi pagani e gli hanno imposto di entrare nel giudaismo per essere pienamente cristiani. C’è quindi una grave preoccupazione che arriva alla comunità di Gerusalemme, la quale deve decifrare questo problema ed agire immediatamente.

Ecco qua un altro aspetto dello Spirito Santo perché un uomo di Chiesa quando si accorge che c’è un danno dentro una comunità ha la stessa cura di una mamma che vede il figlio che ha la febbre, non perde tempo.  Questa prontezza, questo accudimento è anche un altro aspetto dello Spirito Santo; i fratelli si possono ammalare, possono essere in pericolo e allora la comunità di Gerusalemme si mette a pregare e decide di inviare non più solamente Paolo e Barnaba ma anche Giuda detto Barsaba e Sila che sono due personaggi importanti: questi porteranno una lettera scritta dalla comunità perché possano decidere che cosa fare rispetto al problema se far entrare i pagani nel giudaismo perché possano essere pienamente cristiani. Decidono quindi di escludere il fatto che il giudaismo possa essere obbligatorio per i pagani e questo sarà un problema che attraverserà gli atti degli apostoli perché ci sarà addirittura un litigio tra Pietro e Paolo perché Paolo contesterà a Pietro di non essere fedele a questa decisione che è stata presa in questo momento.

Lo Spirito Santo ci ha lasciato delle dinamiche che sono sempre importanti nella misura in cui noi le rileggiamo per trasferirle nella nostra esperienza, e quindi è evidente che qua si sta innanzitutto parlando di qualcosa che riguarda esclusivamente la comunità che si deve organizzare. Ci sono degli anziani, ci sono dei collaboratori, ci sono delle problematiche, perché questa comunità viva, trasmetta lo spirito a sua volta, formi dei cristiani che siano preparati a fare altro. La cosa che più interessa lo Spirito Santo è che noi viviamo insieme con Cristo, cresciamo insieme con lui. Certamente questo è in funzione anche di una missione, ma prima della missione ci vuole una temperatura, ci vuole un’esperienza, ci vuole una profondità, perché altrimenti cosa possiamo dire? Qual è l’esperienza che portiamo, la proposta che portiamo? Che Gesù è buono?  La gente ha dei problemi infiniti e noi dobbiamo veramente prepararci a qualcosa di molto serio perché l’umanità odierna patisce tutta una serie di traumi ai quali non possiamo rispondere superficialmente. Questo è anche il sogno di Dio: avete sentito nell’Apocalisse che ci sono tre porte, c’è un ordine c’è un’armonia che bisogna non solamente costituire ma poi bisogna costantemente mantenere in vita. Bisogna quindi fare dei lavori di ordinaria manutenzione dentro la comunità, perché sia viva all’esterno.

Vorrei sottolineare questo aspetto perché la caratteristica dello Spirito è la preoccupazione per la comunità cristiana. Tutti noi siamo individualisti, ognuno di noi pensa sempre per , non pensa mai a quello che potrebbe capitare agli altri a causa di noi, non abbiamo questa visione organica, non abbiamo una visione che ci  collega gli uni con gli altri. Per questo magari uno non viene neanche alla celebrazione, perché tanto chi se ne accorge che io venga o non venga, sono uno dei tanti… Ecco, pensare questo è pensare  non secondo lo Spirito Santo e la conversione di ciascuno di voi è importante per l’altro.

Chi ha fatto l’esperienza dello Spirito Santo si accorge se un altro l’ha fatta o meno, o se ha perso lo Spirito. Chi perde lo Spirito assolutizza se stesso e viene imprigionato, bloccato, e deve chiedere aiuto.  Spero che tutti noi queste cose le capiamo perché le viviamo.