Non sei tu il Cristo?

24-11-2019 XXXIV Domenica del Tempo Ordinario - Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo di don Fabio Pieroni

Lc 23,35-43

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Cosa significa che Gesù è il re dell’universo?

Il vangelo ci mostra la scena della crocifissione.

La condanna a morte in croce era uno spettacolo tremendo, e non si doveva neanche rappresentare, era qualcosa di terrificante. I condannati a morte stavano in croce anche parecchi giorni.

Ma la croce non ha solo questo significato di morte fisica, di tortura.

La croce è un segno di derisione, di sofferenza, di sconfitta, fallimento, noia, è segno di qualcosa che ti fa male, ti fa stare male. La croce è un momento in cui uno non ha successo, non afferma se stesso, è criticato, ridicolizzato. La croce ti manda in crisi.

La tua croce è tua moglie che ti dice delle cose vere che ti toccano in un aspetto della tua fragilità, nella tua inadeguatezza, e tu non la puoi accettare, vai in crisi! Ma se pure tu riconoscessi la tua debolezza, come fai ad uscire fuori da questa realtà?

Qui non si parla, allora, solo del fatto che Gesù muore in croce.

Si sta parlando di me e di te, si sta parlando di tre croci. In mezzo c’è Gesù ed accanto ci sono due ladroni, due persone molto diverse.

Uno insultava ed imprecava, malediceva la propria vita, si lamentava, come facciamo tutti noi quando andiamo in crisi. Perché vai in crisi? Perché non vuoi morire! Non trovi senso nella realtà.

L’altro invece si affida a Gesù, gli domanda qualcosa.

Quindi 24

Da quando Gesù si è incarnato, ha vissuto, è morto e risorto, è stato inaugurato un altro modo di vivere e questo modo d vivere è nelle mani di Cristo. Cristo ha il potere di farci vivere diversamente la vita umana. Questo è il suo potere, questo è il suo regno, questa è la sua capacità: trasmettere a me e a te la possibilità di entrare dentro queste umiliazioni, questi contrasti, queste difficoltà. Se io riesco a vivere questi contrasti  in Cristo e lui ha il potere di farmi morire a me stesso, potrò  stare insieme con gli altri,  potrò stare dentro la realtà trasformando queste cose spiacevoli per l’uomo della carne in atti che trasformano il mondo, che creano comunione.

Immaginiamo che dentro un matrimonio tua moglie, o tuo marito, ti diventi fastidioso perché va lì a toccare un punto che tu non puoi modificare, non puoi accettare. Cosa succede? Ti chiudi! Se tu non hai ricevuto le chiavi da Gesù Cristo non ce la fai, perché è impossibile, anche per l’uomo più bravo del mondo, poter vincere la morte, stare dentro una piccolissima croce.

Ci sono tante piccolissime croci nella vita di tutti i giorni, piccoli contrasti, contrattempi e ogni volta che ti arrivano feriscono il tuo “io” che non può morire e quindi ti irrigidisci e vivi maledicendo la tua giornata. Ciascuno di noi è fragile, come il ladrone che non sa morire, non sa amare, non sa essere umile. Non perché non lo voglia, ma perché non può.

E allora come possiamo fare? Bisogna che Gesù Cristo ci dia la forza. E’ lui che ha questo potere. Noi pensavamo che Gesù arrivava e cambiava tutto il mondo, tutte le regole. Questo Dio non lo ha fatto.

Dio ha inviato suo figlio Gesù Cristo per trasferirci il suo Regno, cioè la sua capacità di poter vivere la natura umana in una maniera diversa, di modo che ogni contrattempo è un’occasione di fare un atto cristiano. Se noi siamo uniti a Cristo attraverso la predicazione, attraverso i sacramenti, la preghiera, attraverso tanti strumenti che abbiamo, possiamo trasformare questi contrattempi in occasioni per fare un piccolo atto cristiano. Non perché dobbiamo fare “il fioretto”. Non è questo! E’ che io sto in pace! Accetto questo. Punto e basta!

Gesù Cristo ha il potere di cambiare le relazioni, ha il potere di cambiare la vita dentro i contrattempi della vita, non tirandomi fuori dai problemi o strutturando la giornata in modo che tutto venga a mio vantaggio.

Che Cristo sia Re significa che ha il potere di darmi la capacità di poter vivere dentro questa vita così complessa con un atteggiamento di donazione, di umiltà, di apertura, che viene dall’incontro con lui, dal contatto con lui. Ti fa diventare pane friabile, che si spezza, che si mangia! Senza Cristo, senza questo intervento di Cristo, la nostra vita è una maledizione, perché va tutto al contrario.

Allora, carissimi, approfondiamo, accogliamo, meditiamo questa parola che è fondamentale per poter vivere. Chiediamo a Cristo che cambi il nostro cuore!