Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto

02-03-2025 VIII domenica del Tempo Ordinario di don Fabio Pieroni

Lc 6,39-45

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: "Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: "Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio", mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda".

Nel Vangelo di oggi si parla dell’albero perché già nella prima lettura si dice che il frutto dimostra come è coltivato l’albero”, ma anche il giusto fiorirà come Palma” abbiamo cantato questo: crescerà come cedro del Libano” . Avete mai visto un cedro del Libano? E’ bellissimo!  “Nella vecchiaia daranno ancora frutti saranno vegeti e rigogliosi per annunciare quanto è retto il Signore mia roccia in Lui non c’è ingiustizia” . Il Vangelo anche parla dell’albero e fa una differenza tra due tipi di piante: i rovi e le spine, poi la vite ed il fico. Allora noi sappiamo che la Bibbia si spiega con la Bibbia, quindi per capire che cosa voglia dire Gesù riguardo a questa pianta che produce i rovi e le spine, bisogna andare a vedere quando per la prima volta se ne parla. Nella Genesi dice così: “all’uomo disse: poiché hai mangiato dell’albero, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane”; quindi quando si parla di rovi e di spine si sta parlando della maledizione del peccato, si sta parlando del frutto del peccato, di qualcosa che ti graffia, che non ti sfama, che rende brutta la tua vita! Questo indica i rovi e le spine! Invece, quando si parla di uva e di fico Gesù dice:  “il signore disse: ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti: conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto e farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele”. E’ la terra promessa ed è simboleggiata da questi due frutti: il vino che è il segno dell’allegria, della dell’alleanza, della bontà, di qualcosa che ti dà alla testa, e il miele sarebbe questo frutto dolcissimo che Dio ti dice che verrà assaggiato nella terra promessa. Quindi sta parlando dell’albero che per Gesù Cristo è un simbolo dell’uomo! Cioè è possibile che ci sia un’umanità che a un certo punto tira fuori il frutto della terra promessa, che è l’amore, è la comunione, la bellezza, la pazienza, l’eroismo, la nobiltà, e c’è un’umanità invece a cui, quando ci sono delle situazioni particolari, scappa fuori la bestemmia, il macello, la rovina, la distruzione. Allora io voglio che ora ascoltate due cosette. Intanto non posso, non ce la faccio a non parlare di questo scempio che abbiamo visto l’altro giorno in America, cioè che il presidente del paese che si dice più importante, più civile del mondo, ci abbia mostrato quello che adesso la Bibbia dirà! Prescindiamo dalla ricostruzione di chi abbia ragione o abbia torto riguardo all’Ucraina e la Russia perché sarebbe complesso e molto lungo. Io mi rimetto a quello che ha detto il presidente Sergio Mattarella (se voi volete potete andare sul web e trovate il discorso che Mattarella ha pronunciato a Marsiglia) che è stato gravemente rimproverato dalla Russia! Rileggiamo la prima lettura e cerchiamo di avere presente la scenata che abbiamo visto:  “quando si scuote un setaccio restano i rifiuti, così quando un uomo discute ne appaiono i difetti”. Quindi dobbiamo avere un minimo di discernimento! Ci sono delle cose che sono veramente brutte, che si stanno comunicando al nostro modo di sentire e di vedere, di relazionarci. E’ facile che dentro un matrimonio, se uno ha questo modo di reagire quando pensa di avere ragione, si può comportare come un bullo, quindi  si può sparare, si può tirare un piatto, ed uno giustifica questo comportamento! Ci può stare? No! Per niente! Quindi noi dobbiamo rafforzare le nostre difese immunitarie contro la barbarie! Siamo dentro una barbarie, non è possibile che nella camera ovale ci sta Musk vestito da Matrix, con gli occhiali neri, col berretto. E’ una immagine aggressiva, ed io voglio assolutamente che voi capiate questa deformazione della coscienza, perché è possibile che uno si arrabbi, ma quello è un rifiuto! Quello va rifiutato, è un difetto, una cosa brutta! Il frutto dimostra come hai coltivato l’albero, così la Parola rivela i pensieri del cuore! Quindi questo per me è molto importante oggi, perché noi non stiamo piantando delle piante che diano le spine, i rovi, noi dobbiamo costruire dei cristiani e non si improvvisano, va fatto questo lavoro che facciamo con Don Simone, con i catechisti. Stiamo piantando, gestando in voi, nei vostri bambini, una umanità nuova! Ieri, ringraziando il Signore, insieme ad alcuni di voi siamo andati a vedere una mostra che hanno allestito alla biblioteca del Senato e che ha portato a Roma la cosiddetta CARTULA DI ASSISI. Cosa è questa carta? E’ una piccola pergamena dove San Francesco nel 1224, avendo vissuto una pressione fortissima che l’ha portato a contestare addirittura Dio, a contestare il Papa, ma anche i suoi fratelli, è entrato in una crisi così forte che l’ha vissuta nella preghiera. In questa lotta con sè stesso, con i suoi peccati, con lo spirito di Dio che cercava di aiutarlo, ha finalmente prodotto questa piccola pergamena. In questa c’è la benedizione a frate Leone con cui si riconcilia perché gli chiede perdono, ed anche una poesia meravigliosa che lui fa nei riguardi di Dio, esaltandolo in tutte le maniere: “tu sei Santo Signore nostro Dio, tu sei ogni nostra bontà, ogni nostra bellezza”!  Dico questo perché sotto pressione viene fuori quello che noi siamo, e non possiamo però immaginare che in questa umanità che siete voi, se noi come preti non interveniamo, venga fuori il frutto della terra promessa! Se noi non coltiviamo, se io non vi difendo, se non vi darò qualche dritta e voi non la elaborate e se non viviamo insieme la presenza dello Spirito di Dio e il suo Regno, diventiamo delle bestie! Siamo in un momento di dissoluzione del patto internazionale del diritto, tutto basato sull’ istinto! Ed anche voi state così! Dovete aver paura ed anche io! Facilmente, siccome io respiro tutti i giorni tutte queste schifezze, alla fine mi viene fuori questo. Innanzitutto però non devo dargli cittadinanza, ma devo buttarlo via, devo capire che questa è una deformazione!. Ci vuole questo discernimento, ed è un discernimento che va fatto, come diceva sempre Gesù, attraverso la guida di un maestro. “Può un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due nella buca? Così un discepolo non è più grande del maestro”. Cioè esiste il maestro ed esiste il discepolo. Allora voi state capendo che per essere, rimanere e crescere come cristiani, come ha fatto anche San Francesco, che ha tirato fuori questo frutto meraviglioso della terra promessa nel suo cuore, anche voi avete bisogno di un maestro! Non possiamo, e non potere essere autoreferenziali! E la prima verifica è quella del Vangelo, che ha necessità di essere applicato concretamente nella vostra vita, perché se voi leggete il Vangelo senza quello che vi sto dicendo, non riuscite ad applicarlo e va a vuoto. Quindi, anche il nostro modo di vedere spesso è condizionato perché infatti Gesù lo dice perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio dell’altro e non vedi la trave che è nel tuo? Sei proprio sicuro che quello che stai vedendo è la verità? Sei proprio sicuro che devi credere ai tuoi occhi? Probabilmente no! Puoi dire questa è la mia visione, vogliamo confrontarla con quella del Vangelo? Ecco, quindi questa è una parola molto impegnativa, molto importante, che dà senso anche a quello che facciamo qua, che non è solamente fare una Messa, ma è una formazione contro la deformazione in atto nelle coscienze e nelle persone, che poi ricade anche nelle relazioni  tra alunni, nei matrimoni, e c’è una violenza pazzesca. La gente non rispetta più l’altro, lo banalizza, lo schiaccia, perchè è più bravo, è più simpatico, e questo non è il  discernimento che noi dobbiamo assolutizzare, non è questo il criterio del Vangelo. Bene, questa roba qui dobbiamo approfondirla, ogni domenica noi veniamo qua per essere anche un po’ disintossicati, e però è un momento drammatico del mondo, dell’Europa, della civiltà occidentale, che è in una via che è quella della sua dissoluzione. Quindi come cristiani noi dobbiamo avere saldi dei principi perchè dal nostro cuore non esca fuori l’amarezza, la violenza, ma esca fuori quello che abbiamo visto in San Francesco.