Andarono dunque e videro dove egli dimorava
Dove abiti? Cosa ti dà consistenza? Dove prendi vita? Qual è il tuo mistero?
Dove abiti? Cosa ti dà consistenza? Dove prendi vita? Qual è il tuo mistero?
Solo in Cristo la vita umana ha la sua forza, il suo significato. Questa è la grande affermazione del cristianesimo. Essere cristiano significa accogliere il dono, l’iniziativa, la scelta che Dio ha fatto nel rivelarsi a me, profondamente, con la sua vita nuova che si accende dentro di me.
L’incontro con Dio non è un’energia, è la comunione con una persona, con il Figlio di Dio che mi ama, e che inizia una grande storia.
Dio non può fare niente senza Maria! Dio non può fare niente senza di te! E’ un onore collaborare all’opera di Dio, perchè non c’è niente di più prezioso
Dio ha il suo vero volto in Cristo che unilateralmente per la sua sola iniziativa, per il suo amore nei mie riguardi, viene a comunicarmi la sua vita. Questa è la gioia, e questo è il Dio che noi dobbiamo aspettare.
La via che ci unisce a Cristo non passa attraverso il nostro perfezionismo, ma attraverso la nostra povertà. Dentro la povertà, questa porta che abbiamo sempre aperta, entra la gloria, il sostegno, la luce che viene da Dio e Dio in Cristo ci raggiunge.
Quando Dio è venuto per la prima volta nella tua vita?
Dio è venuto per la prima volta nella tua vita quando ha vinto la morte in te! Quando tu non ti sei più sentito solo, quando ti sei sentito amato, quando qualcuno ti ha proclamato l’amore di Cristo ed hai conosciuto il vero Dio
Il padrone dice al servo qualcosa di inaccettabile, lo attacca duramente. Perchè? Cosa ci vuole dire oggi questa Parola?
Abbiamo bisogno questa mattina di ricevere olio, cioè di riconfermare in noi stessi quella parola pasquale che ci ha messi in piedi. Facciamo oggi memoria di come la Pasqua agisce nelle nostre tenebre.
Cristo fa una rivoluzione totale e ci viene a dire che l’uomo che lui vuole realizzare è una persona ferita, è un povero in cui c’è il regno dei cieli, c’è la riconoscenza, c’è l’umiltà. E’ un afflitto che conosce il patire ed è stato consolato, per cui può consolare, l’altro della consolazione di cui egli stesso è stato consolato.