Mt 22,34-40
Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».Il vangelo di oggi ci parla di una cosa molto strana: c’è un tizio che vuole mettere alla prova Gesù e gli chiede: qual è il più grande comandamento della legge? E Gesù risponde: amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente, con tutte le tue forze. E il secondo è simile al primo: amerai il prossimo come te stesso. Questo è il comandamento più importante.
Qual è la cosa essenziale della mia vita? La cosa da cui dipende tutto, che io funzioni, che mi vada di vivere, di affrontare le giornate? Qual è la cosa che deve funzionare al massimo? Se io vado in macchina la cosa più importante è che ci sia la benzina! Allora qui non si sta tanto facendo a Gesù una domanda per soddisfare una curiosità catechetica o teologica, ma si sta chiedendo quale sia la cosa più essenziale della mia vita. Gesù ci sta dicendo che la cosa più importante non è la salute, come molti dicono. Noi siamo stati cresciuti così dai nostri genitori: fatti gli affari tuoi che campi cent’anni e se c’è la salute c’è tutto. Gesù dice invece: la cosa più importante è amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze e il prossimo come se stessi. Da questo dipende tutto, dipende la tua felicità!
Questa risposta di Gesù è angosciante! Perché ti dice che tu per essere contento devi amare Dio con TUTTO il cuore, con TUTTA la mente e con TUTTE le forze ! E il prossimo come te stesso! Ma come si fa? Io non so neanche se ci sia Dio, figurati se posso amarlo così! Allora che cosa significa questo? E’ una rivelazione! Dio ci toglie un velo per fare in modo che noi possiamo cogliere l’esperienza fondamentale grazie alla quale poi tutta la nostra vita ha una piacevolezza, una bellezza, un significato e vale la pena di essere vissuta! Senza questa esperienza noi andiamo fuori, anche se c’è la salute, anche se abbiamo i soldi, gli amici… se viene meno la relazione con Dio, si spegne tutto, anche se la vita è stupenda.
E vale anche il contrario. Come dice san Francesco: “se in una notte d’inverno tu vai al tuo convento e ti negano l’ospitalità ed anzi uno esce con un bastone e ti percuote e ti rivolta nella neve, nel fango, allora scrivi, frate Leone, che in questo è la perfetta letizia”. Cioè se uno ha dentro di sé questa esperienza che si chiama l’amore di Dio, ha svoltato. Per questo noi veniamo qui alla messa, perché qui anziché “mettere il dito nella piaga”, Dio mette il dito dove noi speriamo di essere finalmente soddisfatti, riempiti, amati, perché Dio è amore totale!
Questo vangelo viene tratto da un testo del libro del Deuteronomio che racconta un momento in cui Israele ha fatto l’esperienza di una liberazione, di un arricchimento, di una cura, di un sostegno straordinario da parte di Dio il quale gli dice: ti è chiaro l’amore che ho per te? Ti senti voluto bene? Vogliamo amarci fino in fondo, totalmente?
La cosa più importante è fare l’esperienza di questo amore, quindi qui in parrocchia noi dobbiamo fare tutto il possibile perché tu viva questa esperienza soprannaturale perché da lì nasce tutto, nasce la tua fecondità, nascono le tue iniziative. Se questo non c’è, tu continui sempre a cercare l’amore e quindi agisci per ricevere l’amore, agisci per essere applaudito, agisci per essere lodato. Invece chi ha l’esperienza di Dio, agisce perché è amato da Dio, a prescindere da qualsiasi tipo di gratificazione, e siccome è stato curato si prende anche cura degli altri.
Per chi è amato da Dio, amare gli altri non è tanto per dovere, quanto una necessità, è la cosa più felice, più necessaria. Questa celebrazione vuole ricordarci che quando appare l’amore tutto viene rinnovato nella nostra esistenza. Dante su questo ha scritto la Divina Commedia! Quando ad un certo punto la sua vita era spenta appare l’amore per una donna bellissima, con la quale c’era una sintonia pazzesca. Questa donna sii chiamava Beatrice, che vuol dire “portatrice di felicità”. L’amore per questa donna e di questa donna per lui gli permette di capire che tutto il creato ha senso, perché l’universo viene dall’amore di Dio, dall’amore di “Colui che move il sole e l’altre stelle”, che muove le mie iniziative. Se non conosco questo amore, sono depresso, non ho voglia di fare nulla, tutto si ferma, tutto diventa cadaverico.
Questa parola di oggi ci viene a ricordare che non esiste solo un amore umano, ma un amore umano che veicola quello divino. L’amore divino è davanti a me a prescindere da quello che io mi merito, a prescindere da quello che io farò. E’ totale, è infinito, è irragionevole, non è umano. Se faccio contatto con questo amore che adesso ripresenteremo nell’eucarestia, allora sono salvo.
Questa è la salvezza: sentirsi amati dall’amore di Dio. Questo amore di Dio ci può arrivare attraverso la predicazione, attraverso tua moglie, tuo figlio… non ti arriva solo l’amore umano, ti arriva di più! Quando questo viene meno sei nella maledizione totale. Sei morto e trasmetti morte. Quando all’inizio della celebrazione diciamo “Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli…” stiamo dicendo: io sto perdendo questo contatto, speriamo che mi arrivi questa pasqua, che Cristo passi in me perché io mi riaccenda. Questo è quello che dobbiamo chiedere. Non dobbiamo prima smettere di peccare perché smetterai di peccare quando ti sentirai amato, gratis. Non devi non avere peccati per poter entrare in contatto con Dio! Non è che siccome hai la lebbra, allora prima devi guarire dalla lebbra e dopo sarai presentabile davanti a Dio. Non è così! Questo è l’amore umano. L’esperienza che ci salva è quella dell’amore che è Dio, che è Gesù Cristo, cioè l’amore incarnato di Dio Padre.. La salvezza non è andare in paradiso, è vivere già adesso il paradiso, attraverso l’amore totale e gratuito da parte di Dio.
Stamattina sentitevi voluti bene! Sei stupendo! Dio ti vuole bene! Credere questo è difficilissimo perché noi siamo deformati, distrutti dal moralismo e pensiamo che questo pensiero non sia giusto, che questo amore non ce lo meritiamo. Infatti l’amore non è giusto, l’amore di Dio non segue la logica della giustizia, della proporzionalità, della meritocrazia. E’ un’altra cosa.