Mt 4,1-11
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"». Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede"». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: "Non tentare il Signore Dio tuo"». Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto"». Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servirono.Abbiamo ascoltato in questo vangelo che Gesù viene portato dallo Spirito nel deserto e lì incontra il diavolo. La parola “diavolo” viene dal greco e significa “colui che ci confonde” dia ballein significa separare. Il diavolo è colui che ci separa da Dio, e ci separa dagli altri. È uno specialista in questo. Il diavolo è chiamato anche Satana, è una parola che viene dall’aramaico perché Satan significa colui che punta il dito, l’accusatore. Tanto è vero che il paraklitos, cioè lo Spirito Santo Paraclito è una parola che significa colui che ci difende, l’avvocato difensore.
Il diavolo parla con Gesù, lo tenta attraverso dei suggerimenti. Ora sarebbe interessante parlare delle tre tentazioni a cui è sottoposto Gesù, ma soffermiamoci su un altro punto: perché Gesù va nel deserto? Va nel deserto fondamentalmente per dire una cosa: che tutti noi siamo tentati! Gesù, entrando nel deserto fa saltare fuori qualcuno che ci suggerisce tante volte cose che ci sembrano ovvie, naturali, necessarie, e che invece non vengono da Dio. Abbiamo ascoltato che Satana utilizza la parola di Dio per suggerire a Gesù di comportarsi in una certa maniera. Per questo molte volte noi non lo riconosciamo! Però sappiate che tutti i pensieri che ci vengono in fretta, che ci suggeriscono di essere veloci, di essere precipitosi, vengono sempre dal demonio. Bisogna sempre fermarsi un attimo. “Guardi Lei paga uno e acquista quindici! È una cosa fantastica! Sarà stupendo non se ne pentirà mai!” – E tu ci cadi con tutte le scarpe. Invece ti devi fermare.
Bisogna fermarsi ogni volta che si ha la tentazione di fare qualcosa con precipitazione, ogni volta che qualcosa ci appare come assolutamente necessaria ed improrogabile. Non basta agire secondo coscienza perché, diceva un grande cardinale, è vero che la nostra coscienza ha dei diritti, ha il diritto di essere ascoltata, ma solo se una persona ha ottemperato al dovere di formarla! Non è vero che tutto quello che pensiamo sia una cosa buona! Spesso noi non siamo formati, anzi siamo deformati. La nostra coscienza va quindi formata secondo lo Spirito di Gesù, perché tantissime cose che ci sembrano ovvie e necessarie, in realtà sono sbagliate!
Dentro questa pagina del vangelo c’è un aspetto importante: prima di ogni tentazione il demonio dice a Gesù: “Se tu sei….” Perché? Gli dice così perché immediatamente prima il vangelo racconta l’episodio del Battesimo di Gesù al Giordano, durante il quale il Padre, Dio, dice a Gesù: “ Tu sei il figlio mio, l’amato! Tu sei eccezionale, sei la persona che risolverà tantissime cose del mondo”.
Immediatamente dopo il demonio gli dice: “Se tu sei quello che dice tuo padre.. vediamo un po’ come devi organizzarti per attuare la missione che ti è stata affidata! Comincia per esempio a tirare fuori tutti i tuoi desideri di modo che tu possa agire in maniera più efficace, nel realizzare la tua missione”. E gli suggerisce dei tempi e dei criteri che vorrebbero interpretare il suo modo di essere il Messia. Gesù capisce che deve fare un discernimento: “Se io sono il Figlio di Dio, se io devo arrivare a fare felici gli altri, sei io devo essere una persona che risolve i problemi, che porta su di sé le difficoltà degli altri, allora devo agire in un certo modo. Ma sei io devo essere una persona a cui tutti vogliono bene, che deve stare sempre al centro dell’attenzione, a cui non deve mai accadere nulla, se io devo essere il figlio di papà, come dicono gli infantili, è chiaro che tutto cambia!”.
Allora chi vuoi essere tu? Chi devo essere io? Una persona a cui non deve mai succedere niente? Che non deve avere nessun problema? Che non si deve mai sporcare con i problemi degli altri? Bene, se io ho questo obbiettivo, allora sono compatibile con quello che mi dice il demonio. Ma se io sono una persona che deve fare il genitore, il prete, che si deve occupare degli altri, che deve stare vicino al proprio marito, al servizio dei propri figli, è evidente che dovrò soffrire un sacco e questa sarà la mia identità! Se tu sei un marito è evidente che dovrai stare vicino a tua moglie, anche se non la capisci! Piano piano Dio ti aiuterà. Non puoi pensare di volere una vita senza difficoltà, e dire: “Basta! Quaranta giorni e quaranta notti sono il limite massimo! Non se ne può più!”, perché allora arriva il demonio a suggerirti che tu non sei una persona nata per avere tutti questi problemi, e se tu gli credi, vivrai la missione di farti gli affari tuoi, sarai la persona più infelice del mondo e farai soffrire un sacco di persone. Se invece tu ricordi che devi caricarsi del problema dell’altro, allora ti renderai conto che nelle difficoltà la pazienza è assolutamente necessaria, e non puoi dire basta! non puoi mettere scadenze, non puoi fare il capriccioso.
Chi vuoi essere tu? Un infantile? Sarai tutto del demonio perché il demonio ti dice:” Non puoi aspettare! Fatti giustizia! Mena per primo perché così meni due volte! E vai avanti alla grande così”. Questo è il punto fondamentale. Noi siamo chiamati a diventare cristiani! Il cristiano ha altri criteri, già sa che dovrà accettare delle difficoltà, e quando arriveranno sarà fiero di poterle accettare perché sa dove vuole arrivare. Ecco perché queste tentazioni iniziano con il dire: Chi sei tu? Che vuoi fare tu? Pensi davvero che quando non avrai nessun problema avrai quella pace, quella serenità, quella realizzazione che tu sogni?
Tu sei chiamato ad essere come Gesù Cristo e allora sarai veramente realizzato, anche se dovrai rifiutare tantissime opzioni apparentemente sacrosante. Certamente noi siamo persone molto fragili, ma se assecondiamo in modo del tutto sprovveduto quello che ci viene da dentro, spontaneamente, ci frantumiamo in mille pezzi.
Questa parola ci invita alla formazione, alla disciplina, al confronto con Gesù Cristo perché da questo dipende la nostra salute mentale, dipende la nostra identità profonda, e dipende anche quello che succede nel mondo.