Mt 26,14- 27,66
.Noi ci domandiamo perché uno debba esultare davanti alla Passione di Cristo cioè al racconto di una carneficina, al racconto di una serie di avvenimenti, di decisioni storte, malvagie e poi vedere questo Gesù che è Figlio di Dio che viene massacrato fino alla croce.
Intanto è una cosa meravigliosa che oggi siamo qui convenuti, perché abbiamo capito che per noi c’è una priorità. I catechisti, i genitori, tutti coloro che frequentano questi corsi di approfondimento di conoscenza del cristianesimo hanno capito che ci vuole una priorità, una dedizione straordinaria. Non possiamo diventare discepoli del paganesimo imperante che sta portando ad una svalutazione dell’uomo, una regressione delle relazioni umane, un impoverimento della coscienza della gente.
La radice di questa caduta di spiritualità, di maturità, di umanità, è collegata alla rinuncia, all’abbandono di una relazione forte con il Vangelo. Questo è il primo punto importante.
La seconda cosa che volevo dire è che acclamiamo sul quartiere per far capire che noi abbiamo scoperto qualcosa di interessante; normalmente siamo negativi, afflitti, malinconici, noi però possiamo dire: “Guardate che io qualcosa di buono l’ho trovato nella parrocchia, mi ha aiutato ad avere una dignità, a poter pensare con la testa mia. Ho scoperto che qualcuno ha perdonato i miei peccati, che qualcuno mi sta insegnando ad amare, mi sta facendo diventare una persona nuova che sa impostare delle relazioni profonde, belle. C’è una fraternità fra di noi, un’amicizia”. Sono tutte cose meravigliose che nascono dal fatto che dietro a tutto ciò non c’è stato solamente l’invito di qualcuno che ti ha fatto fare i “dieci comandamenti” o le catechesi del “Cammino neocatecumenale”. Alla radice di questi inviti, di queste parole, di questi consigli c’è l’iniziativa di Dio stesso! E’ Gesù Cristo stesso, è proprio lui! E’ lui che mi entusiasma, mi aiuta, mi sostiene, è proprio lui, la sua persona! In questa celebrazione noi stiamo contemplando come Gesù Cristo è il dono di Dio per noi che si regala fino all’esaurimento di sé che consiste nel versare sangue. Il sangue è il massimo della Passione.
La Passione non è solamente il dolore, ma è soprattutto l’amore, l’interesse, la cura, l’iniziativa. E’ un farmaco sentirsi amati veramente da Dio, sapere che qualcuno ti ama fino al sangue, e viene a sanare le tue piaghe interne, le piaghe di chi si sente sbagliato, ha avuto dei contrasti, ha avuto delle problematiche, è diventato come schiavo di un’autosvalutazione di sé stesso. Questo sangue viene per liberarci, per convincerci e Gesù attraverso la parrocchia lo ha versato in questi anni per te, per tutti voi. Molti di voi siete stati curati, vi siete messi in piedi, finalmente avete smesso di strisciare come delle persone senza dignità, schiave di tanti dolori, e avete assunto la posizione della palma che è una pianta che fa presente una spina dorsale, una dignità che è quella dei figli di Dio.
Questo sangue ha la capacità, come diceva un grande santo che si chiama Giovanni della Croce, di essere una fiamma viva d’amore. Si chiama fiamma viva d’amore quella fiamma che dovrebbe riaccenderci internamente per fare in modo che inventiamo nella nostra vita sconclusionata, difficile, delle scelte, delle iniziative che hanno il DNA di chi ha vinto la morte, di chi di fronte alla mediocrità, alla malinconia, alla svalutazione riesce a mantenere in sé le motivazioni per fare le cose con un amore che è quello di Dio.
Quindi il sangue versato da Cristo non è solamente un farmaco, ma è anche una energia, una voglia di vivere. E’ impressionante avere la voglia di vivere quando tanti incidenti, tante delusioni ci hanno segnato.
Ed infine io credo che questo sangue è il sangue di chi ci insegna ad avere la sapienza dell’agnello. Qui si parla dell’agnello cioè di qualcuno che è capace di vivere dentro questo terreno minato che è la nostra esistenza con quella umiltà, con quella saggezza che non è quella di chi ti ruggisce contro ma è quella di quest’asinello che abbiamo visto con la sua mitezza, e con cui Gesù si identifica perché porterà lui su di sé i peccati di Gerusalemme. E’ lui che entrerà dentro la corruzione dell’uomo e volentieri prende su di sé questi peccati per liberare chi vuole farsi liberare. Noi portiamo un grande tesoro in vasi di creta perché nella vita che conduciamo anche se siamo colpiti non siamo uccisi, anche se siamo oppressi non siamo schiacciati; la vita di Cristo vive in noi e questa vita di Gesù Cristo va accolta, va custodita, va alimentata. Senza l’amore di Cristo, senza il sangue di Cristo, la nostra vita è un inferno è un costante combattimento che moltiplica in noi un disagio.
Quindi io vi invito a rallegrarvi perché Dio vi ama, vi ha donato il Cristo, vi ha donato la Chiesa, vi ha donato dei presbiteri, vi ha donato dei catechisti. E’ un dono straordinario, da contemplare.