Mc 14,1-15,47
.La celebrazione delle Palme è una celebrazione meravigliosa, di cui noi possiamo percepire poco, perchè è come una luce potentissima che ci stordisce. Proviamo allora, se ci riusciamo, a vivere questa cosa così bella, così cara, la celebrazione, i canti, la passione, fino a che arrivi a toccare non solamente la nostra intelligenza, ma la nostra anima e possiamo quindi sperimentare la salvezza, che è l’incontro profondo con Cristo risorto.
Noi stiamo celebrando l’entrata di Gesù a Gerusalemme, accompagnato dalla folla che lo accoglie con le palme, con gli ulivi, ed abbiamo letto la passione di Cristo secondo il vangelo di Marco. E’ una Gerusalemme malata, febbricitante, dove c’è un oscuro malessere che Gesù vuole incontrare, vuole affrontare, non vuole schivare, non vuole rimandare. Ormai è arrivata l’ora di fare i conti con questo male che affligge Gerusalemme, e la folla segue Gesù perchè è convinta che sia lui la salvezza, che è lui che viene a dare qualcosa che nessun uomo può consegnare a questa città. Questo malessere impedisce a questa città di essere la città della pace.
Ora questo cosa c’entra con noi? Ci interessa perchè siamo noi questa folla che oggi dice: “Guardate che è proprio lui, il Cristo che noi conosciamo attraverso il vangelo, la predicazione, la parrocchia, è lui!”. C’è qualcosa di importante, di grande in quello che noi stiamo sperimentando, che può aiutare tutti. Cristo viene a stanare il male, le radici del male, per dare un rimedio che non è solamente quello di togliere il male, ma è quello di immettere dentro il cuore di Gerusalemme, e quindi dell’umanità, la salvezza. Questo noi lo stiamo vivendo in una maniera straordinaria, perchè la Chiesa ci consente attraverso la liturgia di stare fianco a fianco con Gesù, ripetere le sue parole, sentire il suo respiro, il suo affanno, la sua paura, le sue emozioni. Faremo i gesti che lui ha fatto!
Noi faremo una serie di riti, di gesti, di parole che ci aiuteranno a vivere questa comunione trasformante con Cristo, perchè in noi venga riversata “una buona misura pigiata, scossa, traboccante” nel cuore, nel grembo, perchè “con la misura con cui misurate sia misurato a voi in cambio”. Questa Parola ci parla di una misura, di una ricchezza, di una carica, di un fuoco che è quello dell’amore che Cristo ci fa sentire mentre poniamo il nostro orecchio sul suo cuore. Nell’ultima cena Giovanni pone il suo orecchio sul cuore di Gesù e viene sconvolto perchè gli viene trasmesso qualcosa di straordinario, che è lo Spirito Santo, quello stesso Spirito che Cristo vuole dare a ciascuno di noi e che ci serve a due cose.
La prima è quella di ricevere, mentre guardiamo, ascoltiamo la Parola della passione, che in noi venga scardinata una modalità in cui noi viviamo, capiamo le cose, che è ottusa, che è limitata. Dice San Bernardo che l’incontro con Cristo scardina in noi questo schema perchè ci dà una misura che è senza misura, un modo di andare al di là di quello che è previsto, proporzionato. Molte volte, di fronte alle difficoltà, alle richieste della vita, noi diciamo: “Ho già dato! “, perchè? Perchè effettivamente non ce la facciamo. Noi non abbiamo quello di cui avrebbe diritto chi ti chiede di più di quanto tu possa dare. Quello che possiamo dare umanamente è poco, per questo arriva la Pasqua: per caricarci, per riempirci, per darci una misura che trabocchi. Abbiamo bisogno di nuovi criteri che non sono quelli che abbiamo in modo spontaneo, tipici della natura umana che non è visitata dalla natura divina, i criteri cioè del calcolo personale, del farci gli affari nostri. Qualcuno ci chiede la vita, ci chiede pazienza e noi l’abbiamo finita, perchè la natura umana è piccolissima. Quello che gli altri si aspettano da noi è l’amore al di là delle nostre misure, e giustamente lo chiedono, ma noi non lo abbiamo! Per questo arriva Gesù Cristo! Cristo questa mattina viene da te, da me e ci dice: prendi questa misura! Quello che gli altri chiedono io te lo posso dare, tu sei abilitato perchè sarai salvato. Questa è la salvezza. La salvezza non è salvarsi l’anima nel Paradiso, ma è un salto di qualità nel nostro modo di essere uomini e donne. Questo è un primo punto bellissimo! Vi ricordate, quando Gesù parla con la samaritana e le dice: “Se tu sapessi qual è il dono di Dio e chi è colui che ti dice ‘dammi da bere’ tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua che zampilla di vita eterna“. Che bello poter ricevere questi polmoni nuovi, e questo respiro più grande, questa intensità più autentica! Questo è possibile nella misura in cui entriamo in comunione con Cristo. Ed anche se poi noi ricadiamo nella nostra mediocrità, Cristo nuovamente viene a salvarci.
Il secondo punto che vi volevo sottolineare è quello di chi, come Gesù, deve affrontare il male. Gesù non viene né a negare il male, né a prenderlo a calci. Il male esiste. Come va affrontato? Negandolo? oppure affrontandolo distruggendolo con violenza in modo che poi il male moltiplica altro male? Come si esce da questa strettoia? Gesù è entrato dentro la passione, dentro questo dolore trasformando il male in bene, come uno spettacolo. San Paolo dice questo: “Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto, come condannati a morte, perchè siamo diventati uno spettacolo davanti al mondo, davanti agli uomini, e davanti agli angeli. Fino a questo momento noi soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.”
Che vuole dire? Vuole dire che se tu sei in Cristo ed io sbaglio con te, tu non ci farai neanche caso, non me lo rinfaccerai, perchè hai la forza, hai la capacità di trasformare questa mia disattenzione in un bene. Se invece tu non sei in Cristo, io mi devo preoccupare, perchè il male moltiplica altro male. In Cristo attraverso le palme è possibile che ci sia un moltiplicatore di bene, è possibile arrivare a perdonare, ad accogliere, a proseguire, a perseverare, a lasciare che emerga la verità, a rimettersi in discussione. E’ bello stare vicino ad un cristiano, ha uno sguardo diverso perchè è stato accanto a Cristo. Gesù l’ha detto: sono vivo! Sto con te! hai bisogno di stare vicino a me! Metti il tuo orecchio sul mio cuore! Questa settimana ci saranno delle grazie speciali. Ci sono momenti straordinari e momenti ordinari. Oggi è un momento straordinario.